Rafforzare i redditi da pensione più bassi con un intervento correttivo che possa andare in favore di coloro che vivono situazioni di disagio in vecchiaia, sulla base di un principio di equità. È questo il filo rossoche il Governo sta seguendo perattuare le riforme di sostegno previste nel cantiere sociale. Ma come spesso accade, se l'intenzione è buona i problemi si nascondono nei dettagli. Il nuovo elemento di discontinuità è infatti emersonegli ultimi giorni, quando il Premier Matteo Renzi ha lanciato una nuova ipotesi di modifica riguardante la 14ma, sparigliando le carte finora presenti sul tavolo.

Grazie alla piattaforma sindacale unitaria erano state infatti poste le basi per un allargamento generalizzato della platea dei beneficiari della 14ma mensilità ed una ridefinizione della no tax area. Il Presidente del Consiglio ha invecesuggeritodi legare questa cifra ad una sorta di "riccometro", tramite l'applicazione dell'ISEE. Di fatto, un cambio di paradigma rispetto a quelle che apparivano le prime intenzioni, oltre ad una scelta differente in paragone a quanto fatto in passato con l'istituzione della prima misura voluta dal Governo Prodi nel 2007.

Pensioni e 14ma mensilità: 3 milioni di beneficiari con laprecedente misura

Proprio sull'avvio della quattordicesima mensilità il Presidente della Commissione lavoro alla Camera è tornato ad intervenire nella giornata di ieri, evidenziandola bontà di una misura "di giustizia sociale a vantaggio di coloro che ricevevano un assegno mensile non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo, con un'età di almeno 64 anni".

Il Parlamentare democratico ha ricordato come la platea dei beneficiari della misura è arrivata a comprendere circa 3 mln di pensionati, oggi ridottisi a 2 mln. Mentre per quanto concerne la sostenibilità della misura, l'On Damiano ha sottolineatocome il provvedimento sia riuscito a passare indenne dall'esame della Corte Costituzionale, cosa che invece non è avvenuta per il blocco dell'indicizzazione proposto dal Governo Monti.

La quattordicesima mensilità rappresenta la misura più giusta per il welfare previdenziale

Stante la situazione appena descritta, appare chiaro che un intervento per l'allargamento riguardante laplatea dei percettori della 14ma mensilità sembra apparire come una delle misure piùprobabili per la modifica del welfare previdenzialeche sarà attuata nella prossima Legge di stabilità.

Si tratta "della misura più giusta e più facile da realizzare" ricorda l'On. Damiano, che ipotizza anche di "alzare il tetto fino agli assegni da 1.000 - 1.200 euro". Erogare i nuovi sostegni di welfare fino a questa fascia di reddito potrebbe permettere di rendere sufficientemente inclusiva la misura, sebbene sullo sfondo resti l'incognita della possibile applicazione di uno strumento di verifica della situazione patrimoniale complessiva, come nel caso dell'Isee suggerito recentemente dal Premier.

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