Il #referendum sulla Legge 107/2015, conosciuta come #BuonaScuola, non si terrà. A stabilirlo è stata la Corte di #cassazione che, dopo aver vagliato le firme per la richiesta di referendum, ha bocciato la proposta perché quelle valide sono meno delle cinquecentomila necessarie. A dare l'annuncio del fallimento del tentativo referendario è stato lo stesso comitato promotore attraverso la pagina Facebook "Referendum Scuola".

Le firme riguardanti i quattro quesiti referendari proposti erano state consegnate dai promotori lo scorso 7 Luglio 2016. Lo stesso comitato aveva annunciato come fossero state depositate 515 mila firme per ogni quesito, ovvero più di due milioni di cittadini a sostegno del Referendum sulla Buona Scuola.

Il commento del Comitato Promotore

Non sono ovviamente soddisfatti del risultato i promotori del referendum sulla Legge 107/2015, anche se comunque non si arrendono e vogliono continuare a lottare per cambiare la riforma voluta dal Governo Renzi:"E' stata comunque una straordinaria esperienza di confronto e che ha dato voce a centinaia di migliaia di cittadini. Il consenso alle nostre battaglie sostenuto dai quasi due milioni di firme, indica una direzione, ci invita ad andare avanti, non arretrare".

Secondo il comitato l'inizio dell'anno scolastico ha messo in luce i veri problemi delle Scuole italiane, come la mancanza degli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili, le cattedre vuote oltre ai migliaia di contenziosi legali ancora irrisolti.

I Quesiti proposti

Il comitato promotore del referendum aveva avanzato quattro quesiti riguardanti delle modifiche alla Legge 107/2015. Il primo riguardava l'abrogazione dei finanziamenti privati alle singole scuole e ilconseguente incremento dei fondi destinati alla scuola pubblica. Il secondo quesito chiedeva l'abrogazione della chiamata discrezionale dei docenti.

Ilterzo prevedeva l'abrogazione dell'obbligo di minimo 200-400 ore di alternanza scuola-lavoro, mentre l'ultimo riguardava l'abrogazione del potere del preside di scegliere arbitrariamente i docenti da premiare.