E' quasi pronto l'accordo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, ma c'è poco di che esultare, rispetto al passato non ci sono motivi per cui gioire, perché le somme di aumento stipendiali previste per i lavoratori sono troppo basse. I dipendenti hanno perso il potere nella contrattazione stipendiale che avevano un tempo, ma quello che non si ottiene con le trattative negoziali oggi si ottiene grazie ai tribunali.
Oggi forse si arriva all'accordo
Riguardo alla trattativa si parla di un compromesso per sbloccare l’accordo, ma gli incrementi stipendiali sono ridicoli e non si comprende perché quando si parla di pubblico impiego, rispetto ad tre categorie, come i metalmeccanici (che hanno avuto riconosciuto in pieno gli scatti di anzianità), si faccia così fatica a dare quanto dovuto.
Il futuro scenario, nel caso non si ottenesse quanto spetta, è nuovamente la via dei tribunali, che non possono dire no a quanto riconosciuto ai pensionati dalla Corte Costituzionale, cioè un adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, la Funzione Pubblica lo sa benissimo che qualora volesse proseguire su questa via, verrà sepolta dai ricorsi.
L'aumento che si chiede è una retribuzione equa, giusta e corrispondente al costo della vita, un diritto riconosciuto in tutti gli stati moderni in cui il contratto si rinnova in virtù dell’Ipca, l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi UE. Ma a quanto ammonta l'aumento? Si parla di un incremento medio pro capite di 85 euro, la somma è stata tirata in ballo dalla ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia e riguarderà gli stipendi del pubblico impiego, bloccati da 7 anni.
Altri temi sul tavolo della trattativa
I sindacati hanno chiesto questa somma come minimo per tutti sotto al quale non si può scendere, e vogliono sia elargita anche al comparto della Scuola (ma la somma riguarderà i redditi più bassi e i giovani con poca carriera, e si tratta di somme che comunque potrebbero variare, ecco perché non si può accettare).
Il problema rimangono come sempre le coperture che per tutto ci sono, ma per gli aumenti stipendiali delle P.A. non si trovano mai.
Oltre agli stipendi è sul tavolo delle trattative anche la legge Brunetta, per quanto concerne l'individuazione dei criteri misurabili per la distribuzione dei premi, ma anche e soprattutto la stabilizzazione dei precari. Una questione che è stata sollevata è anche quella degli 80 euro, il dubbio è che ottenuti l'aumento si perdano gli 80 euro riconosciuti ai redditi bassi da Renzi.