Le ultime novità sulla pensione anticipata 2017 e sui precoci si susseguono ininterrottamente, caldo il dibattito ancora sui media nelle trasmissioni che si occupano di previdenza e pensioni. I lavoratori 'quarantunisti' e non sono rimasti profondamente delusi dalle misure che rientreranno nella prossima Legge di Bilancio, che sta proseguendo il suo iter e che nella giornata di ieri dovrebbe aver raccolto tutti gli emendamenti presentati per la modifica al decreto. Vediamo in dettaglio, ad oggi 9 novembre 2016, se lemisure fossero confermate quali sarebbero le alternative fruibili dai lavoratori per poter accedere prima alla quiescenza.

Pensioni anticipate 2017, dall'APE a RITA: le opportunità del Governo Renzi

Paolo Fior, giornalista de 'Il fatto quotidiano', ha riassunto attraverso un articolo critico le due opportunità, che ha definito ironicamente 'geniali', offerte dal Governo per poter uscire prima dal mondo del lavoro.

Tra queste vi rientrano l'APE, assegno pensionistico anticipato, per coloro che decidessero di uscire a 63 anni dal mondo del lavoro pagando una sorta di mutuo ventennale con la banca che ha anticipatoloro l'anticipo pensionistico e RITA, Rendita integrativa temporanea anticipata. La seconda opportunità offerta dal Governo non richiede al lavoratore di accendere un mutuo, l'esecutivo per chi ha più di 63 annioffre anche la possibilità di utilizzare in tutto o in parte il capitale accumulato nel proprio fondo pensione per ottenere una rendita mensile negli anni che mancano alla pensione di vecchiaia. Per il giornalista le due possibilità si prestano bene solo a quanti sono in condizioni disperate o a quanti sono per natura 'masochisti'.

Nessuno, a detta del giornalista, potrebbe smettere di lavorare 3 anni prima accettando di accedere alla quiescenza con un assegno decisamente ridotto e una rata ventennale da pagare.

Novità pensioni anticipate: dall'APE social alla quota 41, misure buone ma troppo ristrette

Le altre due possibilità offerte dal Governo per 'scappare' dall'attuale normativa Fornero sono l'APE social e la quota 41, entrambe le misure non comporteranno costi per i lavoratori, ma il problema è che saranno fruibili da una platea ridotta di persone. Da qui la polemica dei 'quarantunisti' che ambivano invece ad una misura universale e strutturale per tutti. Per poter fruire dell'APE social, il cui costo sarà a carico dello Stato, sarà necessario essere disoccupato di lungo corso privo di ammortizzatori sociali da almeno tre mesi, inabile al lavoro con invalidità pari o superiore al 74%, caregiver di un parente disabile convivente da almeno 6 mesi all'atto della domanda, impiegato da almeno 6 anni in uno degli undicimestieri definiti gravosi dal Governo.

Per poter accedere alla Quota 41 invece, ossia essere definiti precoci, dovrà inoltre essere soddisfatto il requisito di aver maturato almeno 12 mesi di contributi, anche non continuativi, prima del compimento del 19esimo anno di età.

Per Nannicini e Poletti questo era il massimo raggiungibile per i precoci, avendo a disposizione 360 milioni da destinare alla categoria nel 2017, inoltre la misura è in linea con i principi di equità e sostenibilità sociale. I lavoratori chenon la pensano allo stesso modo manifesteranno il 12 novembre in piazza a Torino e a Palermo dinanzi alla Prefettura al fine di ottenere un'estensione della misura che non ha risolto il loro dramma previdenziale. Per i precoci che dal 2018 matureranno i requisiti contributivi imposti dalla Fornero, 41 anni e 10 mesi le donne e 42 anni e 10 mesi gli uomini, invece, vi sarà la possibilità di accedere finalmente alla pensione senza alcuna decurtazione legata all'età anagrafica.

Le penalizzazioni post 2018 sono state definitivamente abolite dal Governo. Ancora in dubbio, invece, resta il destino degli esodati, non è chiaro se l'ottava salvaguardia ipotizzata coprirà tutti i 34.000 esodati ancora in attesa di tutele, e il proseguo di opzione donna, in attesa della risposta del MEF.