Torniamo ad aggiornare i lettori della rubrica “Parola ai Comitati” con una nuova intervista a Dianella Maroni, co-fondatrice del Comitato Opzione Donna.
Partiamo dalle ultime vicende relative al cumulo: la LdB2017 rischia di penalizzare ancora una volta le lavoratrici che hanno acquisito il diritto all’uscita anticipata con OD?
Purtroppo a un anno distanza e dopo tanto lottare ci ritroviamo a dover ricominciare. Ancora una volta si riparte da zero, le ricongiunzioni non onerose ne sono un esempio. Quando finalmente si arriva a definire questa possibilità ecco che immediatamente le donne di opzione vengono escluse, la possibilità vale solo per pensione di anzianità e per pensione di vecchiaia, non per opzione donna.
Ciò preclude la pensione a chi ha contributi su più casse, anche se questi superano i 35 anni previsti come requisito per poter accedere ad opzione donna. La Commissione lavoro è già all’opera per formulare uno specifico emendamento e il comitato fa il supporto mediatico e ogni altra iniziativa che si riterrà utile. E’ veramente inconcepibile che questo riconoscimento sia precluso a chi opta per il calcolo della pensione con il sistema contributivo, come per l’appunto noi di opzione.
E per quanto concerne l’ultimo trimestre 57/58, qual è al momento lo stato della vicenda?
Le donne dell’ultimo trimestre stanno vivendo qualcosa di incredibile, il MEF “non molla” la relazione concernente i dati del contatore.
Da più parti arrivano voci di disponibilità di fondi, cosa facilmente intuibile anche stante il numero inferiore di donne pensionate rispetto a quelle ipotizzate.Questa è stata una vera doccia gelata, mai avrei immaginato un simile comportamento alla luce di quanto sancito in legge di stabilità 2016 e cioè l’utilizzo di eventuali economie a favore delle donne escluse in prima battuta, attraverso l’ampliamento della platea.
Il contatore è stato il frutto di un accordo tra Commissione Lavoro e Governo a tutela delle donne escluse causa i tre mesi di aspettativa di vita inglobati nel requisito dell’età entro il 31 dicembre 2015.
La situazione ora appare piuttosto tesa, tanto che c’è il rischio che si sfoci in una nuova mobilitazione. Nonostante ciò, dal Parlamento sono giunte diverse dichiarazioni di sostegno: fin dove sarà necessario arrivare questa volta?
Come sempre quando si lotta è necessario arrivare al risultato. Ora in campo oltre al comitato opzione donna c’è uno specifico gruppo costituito a tutela delle attuali escluse, che sta lavorando con proprie strategie e modalità d’intervento. Ciò non toglie, come si può vedere anche sulle nostre pagine, che noi si continui a portare avanti questi due temi: ricongiunzioni e ultimo trimestre con impegno e forza. Come coordinatrice del comitato ho offerto anche la disponibilità a eventuali lotte di piazza.
D’altra parte la Commissione Lavoro ancora una volta sta cercando di rimediare ai tanti errori prodotti dalla legge Fornero. Alcuni deputati in particolare Cesare Damiano, Patrizia Maestri, Walter Rizzetto, la senatrice Erica D’Addae altri hanno già preso posizione in merito garantendo sostegno. Anche la stessa Ministra Boschi e il Ministro Poletti hanno dichiarato che i fondi stanziati (due miliardi e mezzo di euro) devono restare a opzione donna. Al momento molte parole, prese di posizione, dichiarazioni d’intenti, ma nulla di veramente concreto.Noi stiamo all’erta e siamo pronte a qualsiasi forma di lotta si renderà necessaria. Per dirla con i nostri slogan: Hasta la victoria siempre,#opzionedonnanessunaesclusa e “ insieme si può”.