Dopo la ripresa del confronto tra Governo e sindacati in merito alla flessibilità previdenziale è scattato il conto alla rovescia per la pubblicazione dei decreti attuativi e per la partenza delle misure decise in legge di bilancio 2017. I provvedimenti operativi arriveranno entro l'inizio di marzo, secondo la conferma arrivata dallo stesso Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Resta comunque prioritario il rispetto della scadenza già calendarizzata per l'avvio vero e proprio dei provvedimenti, che ufficialmente dovranno risultare disponibili a partire dal prossimo primo maggio.
D'altra parte, i lavoratori in attesa di avere un riscontro pratico sulle possibilità di pensionamento sono numerosi; a partire da chi possiede i requisiti utili per fruire dell'APE, per proseguire con la quota 41 dei lavoratori precoci. Mentre anche per gli iscritti alla previdenza complementare si apre l'opportunità della rendita integrativa anticipata.
Pensioni anticipate e APE, cosa cambia a partire dal primo maggio
Iniziamo dall'Ape, che diventerà disponibile nelle varie declinazioni a seconda dell'area di tutela alla quale il lavoratore potrà accedere. Si parte dalla versione volontaria, che prevede il raggiungimento dei 63 anni di età assieme ai 20 anni di contribuzione, mentre il vincolo riguardante l'importo del futuro assegno richiede che questo risulti di almeno 702,65 euro (cioè 1,4 volte il trattamento minimo).
Più stringenti i requisiti contributivi dell'APE sociale, per ottenere la quale sarà necessario aver acquisito dai 30 ai 36 anni di versamenti. In questo caso il costo della misura sarà calmierato dall'intervento dello Stato. Per l'uscita volontaria, il lavoratore dovrà invece considerare una trattenuta che corrisponde all'incirca al 4,5% per ogni anno di anticipo.
A queste misure si affianca RITA, la possibilità per coloro che avranno ottenuto la certificazione Inps dei requisiti utili per l'APE di poter ricevere in forma anticipata e sotto forma di rendita il montante accumulato nel proprio fondo pensione, con un'imposizione massima che va dal 15 al 9%.
Lavoratori precoci e quota 41: si attende riscontro sulle categorie dei beneficiari
L'altra misura attesa dai lavoratori è la cosiddetta quota 41 e riguarda i precoci che hanno accumulato almeno quarantuno anni di versamenti, trovandosi al contempo tra i destinatari dell'Ape sociale oppure tra coloro che hanno svolto i c.d. lavori usuranti definiti all'interno del Dlgs n. 67 el 2011. Bisognerà inoltre aver maturato almeno un anno di contribuzione prima del compimento del 19mo anno di età. Anche in questo caso per poter considerare chiusa definitivamente la questione sarà necessario attendere i decreti attuativi in arrivo entro l'inizio di marzo.
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