Si è chiuso ieri pomeriggio con "un piano di lavoro condiviso" il primo degli incontri sulla riforma Pensioni tra il ministro del Lavoro e le organizzazioni sindacali. L'obiettivo del governo è quello di trovarsi in sintonia con i sindacati e raggiungere un accordo come è successo nel primo tavolo di confronto sulla questione previdenziale da cui sono nate alcune delle misure introdotte in legge di Bilancio e in via di attuazione: come l'Anticipo pensionistico, l'Opzione donna estesa, i benefici per i lavoratori precoci, l'aumento e l'estensione della quattordicesima, il cumulo gratuito dei contributi e le altre novità in arrivo.

I sindacati ne "verificheranno" in queste settimane la corretta attuazione.

Pensioni, governo e parti sociali verso l'intesa su fase 2

La linea che intende seguire l'esecutivo è dunque quella del dialogo con le parti sociali. "Il metodo che ha portato al verbale d'intesa - ha dichiarato il ministro Giuliano Poletti dopo la riunione con i leader di Cgil, Cisl e Uil - è sempre valido e proseguirà". Tre sono gli incontri già segnati in agenda dal ministro del Lavoro. La prima riunione è in programma per mercoledì prossimo, 1 marzo: sarà dedicata ai decreti della presidenza del consiglio dei ministri per l'Ape sociale e volontario. Con i decreti attuativi si chiuderà la fase 1 della riforma pensioni.

Della fase 2 si discuterà durante gli altri due incontri già annunciati da Poletti: le date sono ancora da confermare ma dovrebbero svolgersi il 9 e il 23 marzo.

Poletti ha già fissato tre riunioni, la prossima l'1 marzo

Si discuterà di nuove regole del sistema contributivo per rafforzarne l’equità e la flessibilità, quindi novità in arrivo per la pensione anticipata e possibili modifiche alla legge Fornero.

Si parlerà inoltre, come riporta LaPresse, di defiscalizzazione e rafforzamento della previdenza integrativa, di adeguamento dei trattamenti previdenziali alle speranze di vita e dell’adeguatezza delle pensioni dei giovani lavoratori, spesso precari, comunque con redditi bassi e lavori discontinui. Nella seconda fase della riforma pensioni alla quale sta lavorando il Governo Gentiloni nel segno del percorso tracciato dal Governo Renzi dovrebbe trovare spazio anche una rivisitazione della previdenza complementare: a tal proposito, tra le proposte sul tavolo del confronto, una possibile riduzione dell’aliquota fiscale (a quota 14-15%) con misure di incentivo per le pensioni integrative.