Ha suscitato grande scalpore la vicenda di Niscemi, piccolo paesino della Sicilia dove, al termine dell’anno scolastico, circa 120 docenti e 1200 studenti sono stati richiamati a Scuola per recuperare le ore di lezione perse durante l’anno. Studenti, insegnanti e genitori hanno pensato subito a uno scherzo fino a quando invece il dirigente dell’Istituto “Leonardo da Vinci” ha confermato la notizia: dal 17 al 22 luglio si torna a scuola per recuperare le ore perse in inverno per un danno all’impianto dei termosifoni. L’incubo è divenuto realtà, ma è poi stato scongiurato dall’intervento del direttore scolastico regionale con gran sollievo di tutti.
La vicenda ha tuttavia acceso nuovamente i riflettori sulla questione scuole in estate che da un po’ di tempo tiene banco. A più riprese è stata infatti sollevata l’obiezione dell’estate scolastica italiana che dura troppo e che alcuni vorrebbero durasse di meno (vedi Salvini che lo scorso 8 aprile asseriva che “per la scuola siamo l’unico Paese che fa tre mesi di vacanza consecutive all’anno”): ma davvero in Italia siamo più “scansafatiche” rispetto ai vicini europei?
In Europa in media si va a scuola per 185 giorni
Secondo il rapporto “Le cifre chiave dell’istruzione 2012” la durata media dell’anno scolastico alla scuola dell’obbligo in Europa ammonta a 185 giorni. L’orario d’insegnamento in genere viene spalmato su una settimana di cinque giorni alla settimana, anche se non mancano casi particolari come in Francia, dove la settimana scolastica dura solo quattro giorni e in Italia, dove la settimana scolastica dura sei giorni.
Si fa eccezione anche in alcune zone della Germania, dove due sabati al mese possono essere “extra” e studenti e insegnanti sono quindi tenuti ad andare a lezione. A variare poi, è anche la durata delle lezioni stesse: in genere in Europa una lezione ha una durata media che oscilla tra i 40 e i 55 minuti, a seconda dell’anno d’istruzione, con ore più brevi all’inizio della scuola primaria (è il caso di Bulgaria, Cipro, Lituania, Malta e Turchia) per poi aumentare progressivamente.
In Turchia addirittura scuole e insegnanti hanno la facoltà di decidere autonomamente la durata delle lezioni, sempre però entro certi limiti inerenti alla materia insegnata o attività specifiche.
Italia sopra la media europea
La progressività dell’orario d’insegnamento che predilige ore brevi per i primi anni di scuola per poi aumentare nel corso del tempo è un modello adottato da molti paesi, mentre in Italia, Belgio, Spagna, Irlanda, Cipro e Turchia il numero di ore giornaliere rimane sostanzialmente immutato fino alla scuola secondaria superiore, anche se differisce per monte di ore complessive che comunque tende ad aumentare anch’esso con il livello d’istruzione.
Volendo prescindere da queste considerazioni e tornando quindi alla domanda posta all’inizio, rispetto alla media europea che pone l’asticella del numero di giorni di scuola a 185, si scopre che l’Italia fa eccezione e non perché la scuola dura di meno, anzi: nel nostro paese (come anche in Danimarca, Paesi Bassi e Lichtenstein) si va a scuola fino a 200 giorni l’anno.