É diventato oramai il tema centrale e che più di tutti suscita maggiori discussioni e polemiche tra i cittadini quello della riforma Pensioni 2017. Ciò, sopratutto in merito alla pensione anticipata tramite Ape social e Quota 41, i due nuovi strumenti introdotti dal Governo per favorire l'uscita di determinati lavoratori dal mondo del lavoro. Cesare Damiano, sempre molto attivo, è tornato a parlare in occasione del documento riguardante l’indagine sulla “disparità nei trattamenti pensionistici tra uomini e donne” promossa nei giorni scorsi dalla Commissione Lavoro della Camera.

Dopo aver definito un buon lavoro quello che è stato fatto per i pensionamenti anticipati nella Fase 1, ha focalizzato l'attenzione sul meccanismo dell'aspettativa di vita, un meccanismo che per lui andrebbe assolutamente rivisto.

Riforma pensioni: Cesare Damiano sull'aspettativa di vita

Anzi, qualche tempo fa, lo stesso Cesare Damiano aveva addirittura dichiarato che il meccanismo dell'aspettativa di vita andrebbe abrogato, perché si tratta di un paradosso che va in controtendenza con le scelte fatte fino a questo momento per quanto riguarda i pensionamenti anticipati. Il presidente ha spiegato che "il brusco innalzamento dell'età pensionabile per le donne non ha avuto compensazione e che quindi bisognerebbe dare maggiore importanza alla maternità, ad esempio riconoscendo un periodo di contribuzione figurativa per ogni figlio, che aiuterebbe ai fini dell'accesso alla pensione.

Questo sarebbe un modo per riportare una differenza a favore delle donne".

Riforma pensioni: gli altri argomenti toccati da Damiano

Cesare Damiano, poi, ha parlato anche dei giovani, sottolineando l'importanza dell'introduzione di una pensione di garanzia, al centro del confronto tra il Governo e i sindacati sulla Fase 2 della riforma pensioni, che garantirebbe un assegno minimo ai giovani che spesso si ritrovano ad entrare tardi nel mondo del lavoro e a svolgere attività precarie.

Altro tema toccato dal presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, è stato quello relativo all'Opzione Donna, sottolineando come dai dati presentati dall'Inps in aprile, emerge il fatto che, con la legge di bilancio 2016, il Governo aveva sopravvalutato le trentaseimila domande e i due miliardi e mezzo stanziati per quelle lavoratrici che optano per accedere alla pensione con 57 o 58 anni e con 35 anni di contribuzione ma decurtandosi l'assegno pensionistico del 30 per cento.

Per Damiano, in conclusione, sarebbe giusto che i risparmi ottenuti venissero utilizzati per prolungare il periodo di sperimentazione.

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