A poche ore dalla ripresa del confronto sindacale, Governo e parti sociali serrano le file e si preparano ad una discussione che potrebbe diventare anche molto accesa. Al momento risultano apparentemente fattibili l'opzione APE donna ed il rafforzamento della previdenza complementare; a preoccupare sarebbe invece l'aleatorietà degli altri interventi di consolidamento della flessibilità in uscita, a partire dall'estensione della platea riguardante i fruitori dell'APE sociale e della Quota 41. Ma è sull'aspettativa di vita che si concentreranno probabilmente i dubbi maggiori, con il Governo che nelle ultime settimane ha reiterato la propria indisponibilità ad un passo indietro sul parametro, mentre i sindacati hanno continuato a sostenere la necessità di un intervento di sterilizzazione o perlomeno di un rallentamento.
Pensioni e aspettativa di vita: si punta a parametrare l'applicazione sulla base della carriera
Se il Governo parla in relazione all'aspettativa di vita ragionando sull'insostenibilità di un suo rallentamento rispetto alla tenuta dei conti, i sindacati rilanciano evidenziando che l'attuale sistema è insostenibile dal punto di vista sociale. Ne esce un rebus che appare complicato da risolvere, ma che difficilmente può vedere proseguire a lungo l'attuale situazione di stallo. Le parti sociali ricordano che in Italia l'età pensionabile è già tra quelle più alte in Europa, pertanto ulteriori adeguamenti al rialzo produrranno "danni insostenibili". Lo evidenzia la Cgil, sottolineando che così per potersi ritirare una persona dovrà lavorare ben 45 anni.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di diversificare l'applicazione del parametro in base al tipo di attività svolta. A tal proposito, la Uil chiede di avviare uno studio sul reale legame all'aspettativa di vita nei diversi settori lavorativi.
Pensioni anticipate, restano i dubbi sulle domande in eccesso
L'atteggiamento cauto del Governo non sembra promettere particolarmente bene nemmeno per quei lavoratori che rischiano di restare esclusi dall'APE sociale e dalla Quota 41 pur avendone i requisiti, per aver presentato domanda tardivamente.
Dopo la prima ondata di pratiche risultava già chiaro che erano oltre 6mila gli invii in eccesso, mentre altre centinaia o migliaia di richieste potrebbero continuare ad arrivare fino al prossimo 30 novembre. Per tutti i lavoratori in eccesso il rischio è di dover ripartire nuovamente con l'iter burocratico il prossimo anno.
Dalla Camera no a contrapposizione tra giovani e anziani
Nel frattempo dalla Camera dei Deputati arriva un nuovo appello per evitare le contrapposizioni generazionali. "Nella legge di Bilancio la scelta fondamentale deve essere quella di incentivare le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani e, al tempo stesso, del consolidamento dell’anticipo pensionistico a 63 anni dei più anziani" ha affermato il Presidente della Commissione lavoro. "Per noi, mandare un numero maggiore di lavoratori in pensione e rallentare l’aumento dell’età pensionabile, significa ampliare la possibilità di inserire più giovani nel mondo del lavoro”, ha quindi evidenziato l'On. Damiano. Per questo motivo, il Parlamentare parla del presunto contrasto tra interesse dei giovani e degli anziani come di una "falsa contrapposizione creata ad arte da chi ha sempre avuto come obiettivo la distruzione dello Stato sociale e delle tutele".
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