Le ultimissime novità al 25 settembre 2017 sulle Pensioni precoci e anticipate giungono dopo l'approvazione del Def, documento di economia e finanza, che fornisce il quadro dello stato di salute dell’economia italiana e ridefinisce la cornice entro la quale preparare la legge di bilancio 2018. Al termine del Cdm che ha portato all'approvazione della nota di aggiornamento del Def il Ministro dell'economia Padoan ha fatto presente che il Pil del 2017 e 2018 è a + 1,5% ed il debito in discesa. La notizia di per sé positiva non va di pari passo con le speranze che nutrivano lavoratori e sindacati, le parole di Gentiloni, purtroppo, gelano le aspettative riposte.

Pensioni precoci 2017 e anticipate: stop adv ma non per tutti

Ai primi di ottobre vi sarà l'ultimo incontro prima della Ldb 2018 tra Governo e parti sociali, i sindacati dal canto loro, delusi dai precedenti tavoli di confronto avvenuto il 7 ed il 13 settembre scorsi, si sono detti pronti alla mobilitazione se non riceveranno risposte chiare in quella sede da parte dell'esecutivo. L'obiettivo è comprendere, ora che è giunta l'approvazione alla nota del Def, quante risorse l'esecutivo ha intenzione di destinare al comparto previdenziale, visti, gli ancora tanti nodi da sciogliere. I sindacati si sono già detti pronti alla mobilitazione in caso di risposte inadeguate, il primo obiettivo a cui vorrebbero giungere le parti sociali è lo stop dell'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita almeno per il 2019.

Le notizie che giungono da Gentiloni sembrano invece andare verso uno stop dell'adv ma limitato ad alcune categorie di lavoratori. Il premier incalzato sull'argomento nel corso della conferenza stampa, ha ricordato che "dei margini per discutere ci sono sempre certamente ma non per fare un’operazione generalizzata. Valuteremo delle operazioni puntuali".

Poi ha aggiunto, facendo presente che il Governo ha il massimo rispetto per le parti sociali così come per le diverse componenti della maggioranza, che purtroppo si sanno "quali sono le cifre globali del nostro debito e quelle del sistema pensionistico e siamo aperti alla discussione ma credo sia chiaro quali sono i confini".

Ragion per cui è più che evidente che se mai verrà approvato lo stop dell'adv non sarà per tutti come avevano richiesto sindacati e lavoratori precoci tramite il loro amministratore del gruppo, Roberto Occhiodoro. I paletti per i quarantunisti sembrano dunque continuare, visto che già nella precedente legge di bilancio, lo ricordiamo, la quota 41 non è stata concessa a tutti.

Riforma pensioni 2017, l'Inps respinge prime domande ai Q41

Dal portale dell'Inps iniziano ad essere inviate le prime risposte: la comunicazione sullo stato dell'istanza, accolta o respinta, dovrà pervenire a tutti entro il 15 ottobre prossimo. Chi avrà risposta positiva potrà completare l'iter di presentazione della domanda, per gli altri non resterà che comprendere il rifiuto e provare ad integrare i documenti o cercare di raggiungere i requisiti necessari entro il 2018.

Purtroppo come vi abbiamo anticipato nel precedente articolo, molti precoci hanno iniziato ad ottenere risposte con su scritto 'respinto per problemi amministrativi', e questo ha ovviamente creato il caos più totale all'interno dei social, ove i lavoratori sono soliti confrontarsi. Ricordiamo, per chi ancora avesse dei dubbi, che la quota 41 non è fruibile da tutti i precoci e non sono sufficienti per ottenere la prestazione, di pensione anticipata, 41 anni di contributi. Per poter vedersi accolta la domanda i lavoratori non devono solamente aver versato 12 mesi di contributi effettivi prima dei 19 anni, ma far parte di una delle categorie considerate meritevoli di tutela. Ossia essere disoccupati ed aver terminato gli ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi, non servirebbe dunque, come hanno proposto alcuni precoci esasperati, farsi licenziare per ottenere la pensione con quota 41.

Altro requisito per potervi rientrare è essere considerati inabili al lavoro con invalidità certificata almeno pari al 74%, essere care giver di parente di primo grado affetto da disabilità convivente da almeno 6 mesi, essere impiegato in mestieri gravosi e/o usuranti. Attenzione, il richiamo all’attività effettiva esclude che si possa tenere conto della contribuzione figurativa, si pensi al servizio militare, dei riscatti relativi a periodi non legati al rapporto di lavoro, come corso di laurea, e dei periodi di inoccupazione coperti dalla contribuzione volontaria.

Insomma i paletti per poter accedere alla quota 41 vi sono ed il rischio è che anche lo stop dell'adv per il 2019, qualora i sindacati riuscissero ad ottenerlo, potrebbe non essere per tutti.