Non prevedere il tema delle Pensioni all'interno della discussione riguardante la prossima legge di bilancio 2018 sarebbe un errore. Lo afferma il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, commentando la recente presa di posizione del Premier Paolo Gentiloni in merito alla discussione sul comparto. Secondo quanto riferisce il Parlamentare, se tale indirizzo fosse confermato si tratterebbe di una "grave scelta" e di un "cattivo segnale". Un esempio è quanto avverrebbe con l'adeguamento all'aspettativa di vita, che innalzerebbe di 5 mesi l'età di pensionamento a partire dal 2019, portandola al limite dei 67 anni.
Anche se la misura non partirebbe immediatamente ed è prevista dalla Manovra Fornero, la situazione nell'ultimo periodo è mutata. "Nel 2015 l’aspettativa di vita, per la prima volta, è diminuita e pare che anche quest’anno succederà la stessa cosa" evidenzia l'ex Ministro del Lavoro, spiegando che l'esperienza recente certifica il crescere della povertà. Tutti elementi di cui "bisognerebbe tenere conto", conclude l'On. Damiano, evidenziando che la soluzione più semplice al problema consiste nel rimandare il decreto alla metà del prossimo anno.
Il Presidente dell'Inps richiama la necessità di confermare l'AdV
Di opinione completamente differente appare il Presidente dell'Inps Tito Boeri, che spiega come il nostro sistema si regga in piedi anche grazie agli automatismi.
"Per fortuna abbiamo introdotto il meccanismo automatico dell'Adeguamento dell'età di pensionamento alla speranza di vita", ha spiegato durante la presentazione del rapporto sull'economia dell'immigrazione. In merito alle posizioni espresse dal Parlamento sul tema, ha invece dichiarato: "alcuni parlamentari che probabilmente in passato hanno costruito le proprie fortune politiche proprio sulle eccezioni, vorrebbero creare nuove eccezioni esentando alcune generazioni dall’adeguamento alla speranza di vita".
Secondo l'economista, non ci sarebbero motivi per bloccare l'automatismo, fermo restando che una tale ipotesi avrebbe l'effetto di "corrompere tutto il meccanismo".
Per i sindacati la situazione resta "difficilissima"
Stante la situazione appena descritta, resta evidente che la tensione tra Governo e Sindacati rimane elevata.
Nella giornata di ieri il Segretario Confederale Roberto Ghiselli CGIL ha parlato di una "situazione difficilissima", il cui esito "dipenderà da quello che farà l’esecutivo nelle prossime settimane. Ma crediamo che ormai ci siano pochi spazi per recuperare il confronto al tavolo negoziale". Una conclusione che porta direttamente alla mobilitazione, tanto che lo stesso sindacalista annuncia "l'intensificarsi delle iniziative di lotta", portate avanti in via unitaria con Cisl e Uil.
Dal CODS insoddisfazione per proposta su pensioni donne
"E' chiaro che non ci si può dichiarare soddisfatte rispetto a quanto proposto dal Governo relativamente al capitolo del superamento delle disparità di genere delle donne e della valorizzazione del lavoro di cura".
Lo afferma Orietta Armiliato facendo il punto della situazione nel Comitato Opzione Donna Social. "Tale proposta enormemente riduttiva e assolutamente non inclusiva, né corrispondente ai bisogni né di quello che è concetto ben più ampio e che ci abbraccia tutte, ma ancora la porta non è chiusa e dunque oltre a dichiarare il nostro dissenso sia per la sostanza sia per i modi, lavoriamoci per cercare di migliorarla" conclude la fondatrice del CODS, ricordando che tali provvedimenti non vogliono e devono sostituirsi all'OD e ad ulteriori misure.
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