Il Codacons, associazione a tutela dei consumatori, nei giorni scorsi ha emesso un comunicato stampa con il quale informa tutti i cittadini interessati di aver avviato un'iniziativa a tutela dei lavoratori precari, in particolare di quelli occupati nella Sanità. L'iniziativa fa seguito ad una recentissima sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito un principio giuridico estremamente importante. In sintesi, gli Ermellini hanno statuito che un dipendente assunto con un contratto a termine, in qualunque Pubblica Amministrazione, ha diritto in caso di mancata stabilizzazione a non vedersi reiterato all'infinito il contratto a tempo determinato, ma a ottenere il risarcimento del danno da parte della pubblica amministrazione.
Vediamo su quali basi giuridiche e fattuali il Giudice di Legittimità è arrivato a stabilire questo principio che, dato il livello di precarietà raggiunto da molti lavoratori in tutti i settori nel nostro Paese, promette di avere un effetto dirompente sulla contrattazione collettiva. Non per niente solo qualche giorno fa davamo conto di un emendamento alla Manovra di Bilancio che ha proprio l'obiettivo di ridurre la durata del contratto a tempo determinato.
I fatti alla base della decisione della Corte
Il Supremo Collegio si è trovato davanti al caso di due dipendenti di una Asl di Genova il cui contratto a tempo determinato veniva regolarmente rinnovato dal lontano 1999. I due impiegati dopo diversi tentativi di ottenere una stabilizzazione del loro rapporto di lavoro hanno deciso di adire le vie legali e hanno portato avanti la causa fino all'ultimo grado di giudizio, appunto la Corte di Cassazione.
La sentenza degli Ermellini avrebbe, quindi, rappresentato un importante precedente per tutti i lavoratori del settore sanitario nelle stesse condizioni e per tutti i lavoratori precari in generale.
Le motivazioni della decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei due lavoratori e sanzionato duramente il comportamento dell'Asl genovese.
Infatti, il Supremo Collegio ha statuito che le aziende pubbliche, nello specifico quelle sanitarie, non possono ricorrere alla continua reiterazione, in certi casi per anni, del contratto a tempo determinato. La motivazione risiede nel fatto che questa pratica impedisce, di fatto, al lavoratore di conseguire una stabilizzazione mediante un vero e proprio contratto a tempo indeterminato.
Di conseguenza, nel caso sia provato l'abuso del contratto a tempo da parte della Pubblica Amministrazione, al lavoratore va riconosciuto il risarcimento del danno. In pratica va risarcita la mancata possibilità di ottenere un lavoro stabile.
D'altra parte, anche altri Tribunali minori avevano, prima del Giudice di Legittimità, riconosciuto il diritto dei lavoratori precari ad una stabilizzazione o ad un risarcimento. Ad esempio, la Corte d'Appello di Palermo ha riconosciuto ad una dirigente psicologa della Asp di Palermo un risarcimento di più di 42 mila euro in quanto costretta per oltre 15 anni a lavorare come precaria presso la stessa Azienda Sanitaria Provinciale.
L'iniziativa del Codacons
Forte di questi precedenti, il Codacons, come dicevamo, ha avviato una campagna a favore di tutti i lavoratori precari del settore sanitario, in particolare coloro che si sono visti rinnovare il contratto a tempo determinato per oltre 36 mesi, limite finora vigente. Lo scopo è quello di far ottenere loro l'agognata stabilizzazione, insieme al riconoscimento della congrua anzianità di servizio e il risarcimento del danno fino ad un massimo di 50 mila euro.