Arrivano novità sul rinnovo del contratto della Scuola per i docenti e per il personale non docente: l'accordo che si stipulerà all'Aran sarà, prevalentemente, incentrato sugli aspetti economici, ovvero sugli aumenti degli stipendi. Si cercherà di firmare il nuovo contratto scuola prima della fine del 2017 per fare in modo che gli aumenti di stipendio e gli arretrati per gli anni 2016 e 2017 arrivino prima delle elezioni politiche del 2018. E' quanto riportato nell'edizione odierna da Italia Oggi che parla anche delle possibili novità in merito ad alcuni istituti della riforma della Buona scuola di Renzi sui quali, però, il Governo Gentiloni ed il ministero dell'Istruzione di Valeria Fedeli fanno muro.

Ultime novità contratti statali e scuola: stipendi e arretrati 2016 e 2017

Secondo quanto riporta il quotidiano economico, la parola d'ordine all'Aran sarebbe quella di procedere il più velocemente possibile con il rinnovo del contratto della scuola per assicurare gli aumenti degli stipendi dei docenti e non di 85 euro mensili a partire dal 2018. Proprio per rispettare la tabella di marcia, pertanto, all'Aran non sarebbero intenzionati a cambiare nulla in merito alla normativa delineata dalla riforma della Buona scuola, in particolar modo per quanto attiene al bonus docenti e alla chiamata diretta sulla mobilità. Al contrario, tornare a discutere dei meccanismi della legge 107/2015 rallenterebbe il rinnovo del contratto della scuola e quel processo di consenso popolare che il Governo punta a conquistare proprio in vista delle elezioni politiche.

Inoltre, la chiusura dei contratti statali è basilare anche per il rimborso dovuto al mancato rinnovo degli anni 2016 e 2017 per il quale è stata calcolata una cifra media di 581 euro per ogni dipendente della Pubblica amministrazione.

Novità oggi su chiamata diretta e bonus docenti nel rinnovo contratto scuola

Pertanto, scrive Italia Oggi, con il rinnovo del contratto scuola verrebbero a cadere due delle maggiori richieste dei sindacati a favore dei docenti.

La prima è quella di destinare i duecento milioni del bonus docenti previsto dalla Buona scuola agli aumenti degli stipendi, sottraendoli alla discrezionalità dei presidi. La bocciatura arriverebbe proprio dal Partito Democratico che sarebbe contrario ad una modifica importante della Buona scuola. La seconda richiesta dei sindacati riguarderebbe la chiamata diretta: l'istituto non potrebbe essere cancellato dal rinnovo del contratto perché previsto per legge.

In tal senso, la contrattazione per i nuovi contratti statali non potrebbe cancellare una disposizione di legge, ma solo procedere a delle deroghe. Nello scorso anno, la chiamata diretta è stata mitigata lasciando ai docenti la possibilità di richiedere la mobilità su cinque sedi preferite e assumendo la titolarità della sede nel caso in cui la domanda fosse stata accolta.