Si continua a trattare sugli aumenti degli stipendi dei docenti e del personale della Scuola con il rinnovo del contratto degli statali del 2018. Novità arrivano dall'incontro tenutosi nella giornata di ieri che ha sancito la riapertura delle trattative per il nuovo contratto della scuola con i sindacati. Nel tavolo è emerso il problema delle risorse: confermati gli aumenti degli stipendi dei docenti e degli impiegati della scuola per 85 euro lordi al mese, ma Sergio Gasparrini dell'Aran ha ammesso che le risorse stanziate nella legge di Bilancio 2018 potrebbero non bastare.

Questa conclusione sarebbe in contrasto con quanto affermato da Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione, che ha ribadito che i finanziamenti ci sono e che il rinnovo del contratto della scuola si farà in tempi rapidi.

Ultime oggi rinnovo contratto scuola 2018: novità sugli aumenti stipendi

Gli aumenti degli stipendi degli insegnanti della scuola con il rinnovo del contratto degli statali sono legati, in particolare, alle risorse stanziate dalla Buona scuola per il merito e per la formazione dei docenti. Nel dettaglio, i tre sindacati principali e lo Snals Confsal hanno ribadito, nell'incontro di ieri, la loro posizione in merito all'utilizzo della Carta del docente e del premio di merito per incrementare il tabellare della busta paga.

Le risorse sono conosciute: si tratta di 380 milioni di euro per la Carta del docente e di altri 200 per il merito dei professori, secondo quanto disposto dalla riforma della scuola di Renzi. Secondo quanto calcolato dai sindacati, inserire nel tabellare degli stipendi dei docenti queste risorse significherebbe assicurare un aumento di stipendio medio mensile sui 130 o 140 euro lordi.

Contratti statali 2018: stipendi docenti e personale scuola

Su questa ipotesi, tuttavia, l'Aran non si è sbilanciato e cerca soluzioni alternative per incrementare gli stipendi con il nuovo contratto della scuola. Infatti, l'utilizzo dei finanziamenti per la Carta del docente e per il merito non è previsto dall'Atto di indirizzo che fu presentato da Marianna Madia, ministro della Funzione pubblica.

Inoltre, destinare i fondi di due delle novità della Buona scuola significherebbe smontare gran parte della riforma di Renzi sulla scuola. La strada alternativa per il rinnovo del contratto scuola sarebbe quella già praticata per i contratti dei ministeri, ovvero aggiungere alla percentuale calcolata dalla Ragioneria di Stato (3,48% di aumenti di stipendi che, mediamente, assicurano l'incremento di 85 euro), una tantum per sommare qualche decina di euro ai dipendenti che non prenderebbero gli 85 euro pieni. Ovvero, una parte dei dipendenti della scuola percepirebbe il minimo di aumento (fissato a 63 euro) come disposto dalla firma del contratto degli statali dei ministeri prima di Natale. Inoltre, proprio questi dipendenti sarebbero esposti a perdere il bonus di 80 euro di Renzi: dunque, un bonus una tantum da accreditare per il solo anno 2018 aggirerebbe questo problema, ma si tratta di cifre che si assestano intorno ai 20 euro mensili.

Ulteriore strumento di finanziamento che il Governo Gentiloni sta praticando per procurarsi le risorse necessarie per gli aumenti degli stipendi è quello di rimandare gli scatti alle buste paga di marzo 2018. In tal modo, informa Il Messaggero di oggi, si potrebbero recuperare circa 7 euro a tabellare per gli aumenti degli stipendi per ogni mese di slittamento dell'accredito.