Dopo i Ministeriali, la Scuola, le Funzioni Centrali e gli Enti Locali, anche nella Sanità arriva il tanto atteso rinnovo del contratto. Anche in questo caso la notizia è arrivata nella notte, con il solito tweet del Ministro Madia e le solite dichiarazioni di soddisfazione. L’attesa, dunque, è terminata e anche nel comparto dei dipendenti di ospedali e servizi sanitari in generale arriveranno i nuovi stipendi con arretrati per il biennio 2016-2017. Un'attesa che durava da troppi anni (quasi un decennio) nei quali lo stipendio di questi lavoratori era rimasto congelato e senza adeguamenti perequativi.
Viene così ottemperata la sentenza della Consulta che segnalò come incostituzionale il blocco degli aumenti stabilito dal Decreto Salva Italia del Governo Monti e dalla Legge Fornero. Vediamo adesso cosa prevede il nuovo documento e di che cifre di arretrati e aumenti si tratta al netto delle tasse.
Partita conclusa
Con il rinnovo nel comparto Sanità, per tutti i settori della Pubblica Amministrazione la trattativa di rinnovo è chiusa. Il nuovo contratto, però, è bene ricordarlo, scadrà a dicembre 2018, cioè alla fine di quest’anno, per ritornare al tavolo della discussione per completare un processo rinnovatore iniziato con la riforma della Pubblica Amministrazione del Ministro Madia. Per il personale dipendente di ospedali e Asl, come trapela dalle dichiarazioni di rappresentanti dell’Aran, Ministri e sindacati, arriva un aumento compreso tra € 80,50 euro ed € 94,80.
A queste cifre si arriva grazie all’elemento di perequazione inserito nel contratto che consentirà ai lavoratori di fascia stipendiale più bassa, di arrivare alle cifre stabilite nella prima bozza di intesa dell’ormai lontano novembre 2016, quando si parlò di aumenti lordi e medi da 85 euro a dipendente. Gli aumenti con tutta probabilità arriveranno ad aprile, nonostante dal Governo si parli di interventi già nelle buste paga di marzo.
Le cifre reali
Come dicevamo, il rinnovo prevede la decorrenza dal 2016 e pertanto si tratta di elargire un rimborso sotto forma di arretrati proprio dalla decorrenza. L’operazione arretrati da parte del Governo verrà chiusa con una cifra una tantum a saldo del biennio 2016-2017 e di qualche mese del 2018. Arretrati tra i 400 ed i 600 euro a lavoratore ma lordi.
In parole povere, a chiusura del rinnovo ai lavoratori dovrebbero arrivare come aumenti 2016-2017, qualcosa come 250/300 euro a testa al netto di tutte le trattenute. Lo stesso meccanismo vale anche per gli aumenti che al netto sono ben lontani dalle 85 euro di cui tanto si parla, fissandosi nell’ordine di 40/50 euro a lavoratore. Anche in questo caso il rinnovo non ha visto l’unanimità di firma da parte dei sindacati, con alcune sigle, come quelle dei rappresentanti degli infermieri che hanno indetto manifestazioni e sciopero proprio perché considerano non eque le cifre del rinnovo. Il comparto Sanità infatti prevede cifre inferiori a quello che è stato assegnato a Scuola e Forze dell’ordine alla voce aumenti salariali.
Come riporta l’edizione digitale odierna del quotidiano “Il Messaggero” infatti, il paragone con gli altri comparti non regge. Gli aumenti salariali maggiori per esempio sono appannaggio dai Vigili del Fuoco con aumenti lordi da almeno 167 euro lordi. Anche per forze di polizia, difesa, Carabinieri e così via si parte da una base di 125 euro di aumento. Leggermente inferiori ma sempre di più di quanto tocca al Comparto Sanità è quello che viene assegnato nella Scuola, con aumenti minimi da 110 euro.