I continui aggiornamenti legislativi degli ultimi tempi hanno generato non poca confusione in moltissimi lavoratori che si trovano in prossimità della maturazione dell'assegno di vecchiaia. D'altra parte, è vero che questo tipo di prestazione ha visto crescere progressivamente il vincolo anagrafico di uscita, mentre a partire dal prossimo anno si verificherà un ulteriore scalino per via del nuovo adeguamento all'aspettativa di vita. Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro articolo di approfondimento.

Pensione di vecchiaia: che cos'è e come funziona

Partiamo facendo chiarezza in merito a questa particolare tipologia di trattamento. Si tratta di un assegno che può essere maturato a partire da almeno 20 anni di contribuzione e con un vincolo anagrafico che varia a seconda del sistema di calcolo nel quale il lavoratore risulta inserito. In virtù di quest'ultimo particolare, l'età di accesso all'assegno di vecchiaia cambia se si risulta inseriti nel sistema misto (retributivo - contributivo), oppure in quello contributivo puro.

I requisiti anagrafici dell'assegno di vecchiaia nel sistema misto

Per quanto concerne coloro che risultano inseriti nel sistema retributivo o in quello misto (potendo vantare versamenti antecedenti al 31/12 del 1995), si potrà accedere all'Inps nel 2018 con 20 anni di contribuzione ed a partire dai 66 anni e 7 mesi di età.

Il prossimo anno vi sarà però un ulteriore aggravio di cinque mesi nel vincolo anagrafico, pertanto per maturare il diritto dal primo gennaio del 2019 servirà raggiungere i 67 anni di età. Nuovi incrementi sono previsti anche per gli anni successivi, così le stime indicano che nel 2031 serviranno almeno 68 anni, nel 2045 si arriverà a toccare i 69 anni mentre dopo il 2050 potrebbero servire fino a 70 anni di età.

Il pensionamento secondo il sistema contributivo puro

Differenti sono invece le regole da seguire per raggiungere la pensione di vecchiaia secondo il sistema contributivo puro. In questo caso, bastano infatti 5 anni di contribuzione (e non 20 come nel sistema misto) purché si siano raggiunti i 70 anni di età. Per chi possiede 20 anni di versamenti è invece possibile accedere alla quiescenza con gli stessi requisiti del sistema misto (66 anni e 7 mesi nel 2018, 67 anni nel 2019) a patto che l'assegno risulti superiore ad 1,5 volte la pensione sociale.

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