Non accennano a placarsi le critiche in merito alla proposta del governo Conte riguardante le pensioni ed in modo particolare, il cosiddetto sistema 'quota 100'. Anche il presidente dell'Inps, Tito Boeri, intervenuto alla Festival del Lavoro che si è svolto nei giorni scorsi a Milano, ha voluto trattare l'argomento quota 100, in relazione alla situazione in cui opera il sistema pensionistico italiano.
Quota 100 potrebbe peggiorare il rapporto pensionati-lavoratori
Il numero uno dell'INPS ritiene che, da qui a breve, potrebbe peggiorare la situazione riguardante il rapporto tra i pensionati e i lavoratori: in termini pratici, l'Italia potrebbe avere circa un milione di pensionati in più ma, di logica e di conseguenza, andrebbe a diminuire anche il numero dei lavoratori.
Boeri ha citato l'esito di un'indagine del FMI, in base alla quale, in questo momento, nel nostro Paese, abbiamo un rapporto di due pensionati per ogni tre lavoratori. Si tratta di un rapporto, però, destinato inesorabilmente a peggiorare entro il 2038. Infatti, è stato stimato che, tra vent'anni, potremmo avere in Italia un pensionato per ogni lavoratore.
Boeri ha parlato di pericolosità nell'azzeramento dei flussi migratori
Per quanto riguarda, invece, la questione dei flussi migratori, il presidente dell'INPS ha sottolineato, ancora una volta, come l'eventuale azzeramento dei flussi migratori rappresenti un problema serissimo, una questione che potrebbe pesare non poco nell'immediato futuro, nel caso in cui i flussi dovessero ridursi ulteriormente.
Boeri non esita a parlare di proiezioni demografiche preoccupanti, visto che il nostro Paese rischierebbe di perdere delle città intere, proprio a causa della diminuzione della popolazione autoctona.
Anche in caso in cui l'Italia dovesse assistere ad una ripresa sul piano demografico, con un aumento delle nascite, ci vorranno almeno 20 anni prima che i nuovi nati possano iniziare a pagare i contributi lavorativi.
Le stime, peraltro, sono più che ottimistiche considerando l'alto tasso di disoccupazione. Anche per quanto riguarda la questione relativa ai tagli alle pensioni d'oro, Boeri ritiene che sia importante a ragionare sui privilegi che spettano a coloro che percepiscono un assegno pensionistico superiore ai 5000 euro. Il numero uno dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non ha esitato a parlare di 'deviazioni significative', in merito ad alcune categorie che, come per i politici, si sono date queste regole da soli.