Come cambieranno i requisiti di uscita, riguardanti l'età e i contributi versati, sulla quota 100 e la pensione anticipata con i meccanismi della riforma Fornero che prevedono l'abbandono del lavoro con 42 anni e dieci mesi di versamenti? La nuova misura di pensione anticipata che debutterà nel 2019 e assicurerà l'uscita a 62 anni in presenza di 38 anni di contributi fissi (dal 1° aprile ai lavoratori del settore pubblico e dal 1° giugno agli statali), non sarà, infatti, l'unica formula di uscita alla quale potranno accedere i contribuenti. Rimarrà in vigore la pensione anticipata con i requisiti previsti dalla riforma delle Pensioni di Elsa Fornero, con la novità definita nelle ultime settimane dalla Ragioneria generale dello Stato, ovvero il mancato aggiornamento alla speranza di vita con il ritardo dei cinque mesi.
L'incremento, però, rimarrà per le pensioni di vecchiaia, ormai arrivate a 67 anni per le uscite con decorrenza dal 1° gennaio 2019.
Pensioni anticipate a quota 100 e attuali requisiti di uscita con la riforma Fornero: confronto
Oltre alle pensioni a quota 100, nel 2019 i contribuenti potranno vagliare la possibilità di uscita mediante la pensione anticipata calcolata sui soli contributi. Dal prossimo 1° gennaio, dunque, i requisiti rimarranno fermi come nel 2018 a 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini e con un anno di sconto per le donne. E, pertanto, scrive il quotidiano Repubblica, se da un lato il Governo Conte e i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio stanno cercando di spalmare la "controriforma" delle pensioni rispetto alla Fornero su un arco di anni più ampio, soprattutto con la quota 100 e la futura quota 41 dei lavoratori precoci, dall'altro si sta impedendo alla legge Fornero stessa di continuare ad aumentare i requisiti delle pensioni anticipate già in vigore con il meccanismo dell'aspettativa di vita.
Appare, dunque, scontato che le pensioni anticipate del 2019 non aumenteranno di cinque mesi come invece avverrà per le pensioni di vecchiaia. D'altro canto, ipotizza Repubblica, la via d'accesso alla quota 100 sarebbe gradualmente limitata grazie al divieto del cumulo delle pensioni (ovvero chi esce con la nuova formula non potrà lavorare per un periodo dai due ai cinque anni, mentre per i piccoli impieghi potrebbe valere il limite dei 5 mila euro lordi all'anno).
E lo stesso meccanismo delle finestre di uscita potrebbe scoraggiare i contribuenti dall'usufruire della quota 100 o, almeno, di metterla in concorrenza con le pensioni anticipate della riforma Fornero.
Ultime novità oggi pensioni anticipate quota 100, Ape social e opzione donna 2019
In questo scenario, secondo Repubblica, i beneficiari della pensione anticipata a quota 100 sarebbero scesi già di parecchie decine di migliaia di lavoratori.
Infatti, dei 400 mila contribuenti in uscita previsti da Matteo Salvini, la platea si sarebbe ridotta a 350 mila, dei quali 120 mila lavoratori statali. E a concorrere con la quota 100 ci sarebbe anche la proroga dell'opzione donna con uscita rimandata di un anno rispetto alle precedenti sperimentazioni (a 58 anni per le dipendenti, a 59 per le autonome) per le donne che maturino i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Tuttavia, realmente, il meccanismo delle finestre mobili posticiperebbe di un ulteriore anno l'uscita, rispettivamente a 59 e a 60 anni. Inoltre, dovrebbe trovare conferma l'Ape social, la formula di uscita a 63 anni per determinate categorie: si tratterebbe di una possibilità a basso costo (circa 100 milioni di euro la spesa stimata per il 2019) su un fondo di 1,8 miliardi di euro, del quale ne è stato impiegato finora appena la metà.
Come si aggiorna la quota 100 e la pensione anticipata: i requisiti di uscita dal 2019 al 2022
A concorrere con la quota 100, dunque, rimarranno le classiche formule di pensione anticipata che rimarranno in vigore ancora per qualche anno con gli attuali requisiti. Infatti, dato che nel 2019 le pensioni anticipate della Fornero non aumenteranno i contributi richiesti per uomini e donne, rispettivamente, a 43 anni e 3 mesi e a 42,3 come si era calcolato ad inizio del 2018, l'aggiornamento della speranza di vita calcolata dall'Istat nelle ultime settimane ha, di fatto, bloccato i requisiti attuali fino al 2022 compreso. Dunque, nei prossimi quattro anni i requisiti delle pensioni anticipate rimarranno fermi e la platea dei lavoratori ultrasessantenni potrà scegliere la soluzione di uscita maggiormente vantaggiosa, anche rispetto alla stessa quota 100.
Poi, dal 2023, torneranno a crescere le pensioni di vecchiaia (ad oggi, secondo i calcoli dell'Istat, a 67 anni e tre mesi), le pensioni anticipate della Fornero (a 43 anni e 1 mese per gli uomini e a 42 anni e un mese per le donne) e anche la quota 100, i cui requisiti si incrementeranno a 62 anni e qualche mese più i 38 anni di contributi fissi.