Quota 100 è un argomento che interessa quei lavoratori che hanno versato un numero considerevole di contributi e che vorrebbero essere collocati a riposo. Tre sono i nodi essenziali che si sono creati inerenti a questa delicata procedura che il governo vuole attuare: sembra che con questa manovra sia possibile il riscatto Inps dei contributi figurativi relativi al servizio militare; di rilevanza sono anche le simulazioni sulla pensione anticipata a quota 100 dei contribuenti più prossimi all'uscita da lavoro; La Repubblica ipotizza che più l'uscita dal mondo del lavoro è anticipata, maggiore sarà la perdita percentuale sull’assegno pensione.

La decurtazione sull’assegno pensione potrebbe essere del 20 per cento

Quota 100: riscatto servizio militare e simulazioni assegno

I contributi figurativi Inps potranno quindi essere utilizzati per raggiungere la pensione a quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi), e si fa riferimento anche al periodo prestato come servizio militare di leva. Il periodo trascorso a prestare servizio militare può essere utilizzato come copertura per sanare lassi di tempo nei quali si è verificato la mancata copertura dello stesso per la contribuzione obbligatoria. Quota 100 potrebbe anche causare una sostanziale decurtazione sull’importo dell’assegno pensione. Progetica fa un esempio calcolando l’importo che dovrebbe percepire un lavoratore che è nato sessantadue anni fa, ha iniziato a lavorare 37 anni fa e con uno stipendio medio di 2000 euro mensili.

Se esso raggiungesse i 38 anni di contributi nel 2019 potrebbe vedersi decurtato l'assegno mensile di circa 300 euro, un importo da considerarsi significativo sull'assegno pensione.

Quota 100: perdita del 20% sull’assegno pensione

Le parole di Tito Boeri, sulla manovra che il governo in carica intende attuare per cercare di garantire il turn over generazionale e la messa a riposo di una vasta platea di lavoratori, hanno lasciato basiti.

Egli afferma che chi beneficerà di quota 100 si potrebbe vedere decurtato l’importo finale dell’’assegno pensione di circa il 20%. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 ore chi sceglierà di andare in pensione prima perderà una percentuale legata anche agli anni di contribuzione: per chi ne ha versati 42, ad esempio, perderà solo il 2%.

L'agenzia Ansa ha riportato quanto asserito da Boeri: i 5 anni in meno di contributi versati per chi lascia il lavoro prima sono un parametro, il quale non è stato calcolato dal governo nello stillare la manovra.