Sul tema delle Pensioni anticipate tramite la nuova quota 100 il vice premier Matteo Salvini insiste per un avvio delle misure nei primi mesi dell'anno, ed anzi ribadisce il proprio augurio per una partenza nel mese di febbraio 2019. Una scadenza che non può essere anticipata ulteriormente solo per "motivi tecnici", stante che la nuova misura potrebbe coinvolgere potenzialmente fino a 500mila persone. La posizione appare però distante dalle ultime ipotesi che si sono diffuse dopo la riunione tra il premier Conte ed i vertici della Commissione Europea, durante il quale si evidenziava la ricerca di una quadra sui conti anche attraverso lo slittamento delle uscite flessibili e del reddito di cittadinanza al mese di aprile 2019.

Salvini conferma l'impianto della Manovra: nessun ripensamento

Al di là delle stime sull'avvio delle misure, quello che l'esponente leghista tiene a sottolineare è che non vi è un ripensamento rispetto alle misure previste all'interno del contratto di Governo. "Non verrà tolto nulla" precisa Salvini, spiegano che sarà comunque compito dei tecnici verificare la situazione. E nel caso vi siano stanziamenti in eccesso, saranno utilizzati per fare altro, come ad esempio la tutela del territorio. In merito invece al dialogo con l'UE, l'Italia si prepara al confronto "portando rispetto e chiedendo rispetto", perché l'obiettivo di fondo è la crescita del Paese. Insomma, l'avvio delle pensioni anticipate tramite la quota 100 e del reddito di cittadinanza restano confermati in ogni caso, nonostante la definizione degli ultimi dettagli riguardanti le coperture.

Anche dal Ministero del Lavoro si confermano i provvedimenti

Nelle scorse ore una simile posizione era stata espressa anche dal Ministero del Lavoro ed in particolare dal sottosegretario Claudio Durigon. L'esponente leghista aveva indicato le stime sulle coperture in una cifra sicuramente al di sotto dei 6.7 miliardi di euro inseriti all'interno della legge di bilancio 2019.

Dai conti che emergono nella relazione tecnica le uscite dovrebbero essere comunque inferiori, anche considerando che nella pubblica amministrazione il meccanismo di prepensionamento potrebbe essere più rallentato per via delle esigenze del settore. Tutto questo all'interno di un contesto nel quale le norme sono in fase di formazione, pertanto c'è ancora la possibilità di intervenire "con l'emendamento alla Manovra o con un decreto legge a parte", ha concluso l'esponente del Ministero.