Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 24 novembre 2018 vedono arrivare nuove richieste dai lavoratori e dai sindacati in merito alla necessità di proseguire il cambiamento sulla legge Fornero. La Uil in particolare evidenzia come il nostro sistema risulti maggiormente virtuoso di quello francese e tedesco e chiede al Governo di avviare i pensionamenti anticipati dai 62 anni di età e con 41 anni di anzianità lavorativa per i precoci. Nel frattempo il Governo insiste sull'impostazione della Manovra e sull'approvazione della quota 100 e del reddito di cittadinanza entro la fine dell'anno, mentre dall'opposizione si punta il dito contro l'instabilità economica derivante dalle scelte governative.
Proietti (Uil): continuare a cambiare la legge Fornero
Dai sindacati si insiste sulla necessità di riformare l'attuale sistema previdenziale per cambiare le regole decise nell'ormai lontano 2011 in merito alla legge Fornero. Secondo il Segretario confederale Domenico Proietti, con la nuova legge di bilancio 2019 si deve "assolutamente continuare" nel compito di cambiare la situazione, "presentando in Europa i conti per le pensioni distinti dalla spesa assistenziale". Questo perché la spesa italiana è minore rispetto a quella francese o tedesca. Oltre a ciò, secondo il sindacalista "una corretta rappresentazione della nostra spesa previdenziale ci consentirebbe di spiegare all'Europa che possiamo fare quelle misure necessarie per dare equità al sistema introducendo una piena flessibilità di accesso per tutti i lavoratori intorno ai 62 anni e parallelamente sancendo che 41 anni di contribuzione sono sufficienti per andare in pensione a prescindere dall´età", ha concluso Proietti.
Brunetta (Fi): come farà il Governo a pagare stipendi e pensioni?
Dall'opposizione si punta il dito contro il rischio che il Paese sta affrontando rispetto alla delicata situazione dello spread e dei nostri titoli di stato. "Il flop nel collocamento del BTP Italia registrato recentemente, con soli 2,16 miliardi di titoli collocati, il peggior risultato dal 2012 in piena crisi-euro, ha mostrato anche la fuga da parte delle famiglie italiane dai BTP e il disinteresse da parte degli investitori istituzionali".
Lo afferma il Responsabile della politica economica di Forza Italia Renato Brunetta, mettendo in guardia contro l'evolversi della situazione. Secondo il parlamentare, gli unici investitori rimanenti sono le banche nazionali "che in teoria però dovrebbero essere le prime a non presentarsi alle aste" perché la perdita di valore fa diminuire il loro attivo.
"La possibilità che qualche asta vada deserta, non è quindi una ipotesi da scartare. In quel caso, come farà il Governo a pagare stipendi pubblici, pensioni e debiti alle imprese?" domanda quindi Brunetta, concludendo il proprio intervento.
Di Maio (M5S): Manovra non cambierà su flessibilità previdenziale e reddito di cittadinanza
Le ultime prese di posizione da parte dei sindacati e dell'opposizione arrivano dopo che il Vice Premier Luigi Di Maio ha confermato nella giornata di ieri le proprie intenzioni in merito alla Manovra. Secondo l'esponente pentastellato "nessuna modifica potrà prescindere da reddito di cittadinanza e pensioni", indicando così la volontà di proseguire nel portare avanti quanto indicato all'interno del contratto di Governo.
"I diritti non si toccano" ha quindi ribadito, ricordando che l'attuale situazione di tensione certamente non aiuta, "ma l'importante è sapere che la LdB si approverà in Parlamento, quindi i mercati si calmeranno".
Assegni di invalidità: i nuovi dati dell'Istat
Nel frattempo dall'Istat emergono i nuovi dati relativi alle pensioni ed in particolare agli assegni di invalidità. Secondo le elaborazioni dei tecnici, gli assegni versati per invalidità ad Oristano e Lecce risultano superiori al triplo di quelli pagati nelle città di Treviso e Milano. I dati mostrano quindi che tra le diverse Regioni d'italia esistono delle differenze importanti rispetto alle pensioni di invalidità e invalidità civile medi.
In merito invece agli importi degli assegni, dall'analisi emerge che quelli pagati in città risultano mediamente più ricchi di quelli pagati in Provincia, con una differenza importante a favore dei grandi centri urbani.