Il 15 novembre 2017 l'Inps aveva pubblicato sul proprio sito istituzionale la Circolare n.169 intitolata "Prescrizione dei contributi pensionistici dovuti alle Gestioni pubbliche. Chiarimenti" con la quale veniva stabilito che le posizioni contributive dei dipendenti della Pubblica Amministrazione dovevano essere regolarizzate entro il 1 gennaio 2019, termine prescrizionale.

Ora con la Circolare n.117 pubblicata lo scorso 11 dicembre, l'Inps comunica di aver recepito il parere favorevole del Ministero del Lavoro alle istanze pervenute da diverse amministrazioni pubbliche che sollecitavano la concessione di maggiore tempo per poter sistemare i conti assicurativi.

Stessa richiesta era stata rivolta al Ministero del Lavoro da parte dei Sindacati.

Di conseguenza, come recita la Circolare n°117, "si differisce dal 1 gennaio 2019 al 1 gennaio 2020 il termine di decorrenza delle indicazioni contenute nella Circolare 169/2017".

Cosa prevede la Circolare 169

Per comprendere l'importanza dell'attuale differimento occorre ricordare che la Circolare numero 169 del 15 novembre 2017 aveva equiparato il termine prescrizionale dei contributi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione iscritti nelle diverse Gestioni. E questo per un'esigenza di armonizzazione. Secondo tale Circolare la prescrizione quinquennale dei contributi decorre dalla data di scadenza del termine utile per effettuare il versamento.

Di conseguenza, il periodo transitorio di vigenza delle vecchie disposizioni sarebbe dovuto scadere tra meno di 20 giorni e cioè il 31 dicembre 2018. Ora, invece, la Pubblica Amministrazione avrà un ulteriore anno di tempo per correggere le posizioni contributive dei dipendenti pubblici a tutela dei loro diritti. Ma anche per evitare di doversi sobbarcare oneri aggiuntivi.

Occorre, infatti, ricordare che in questo caso specifico la Circolare 169 aveva chiarito che i contributi prescritti non vanno persi. Questo perché trattandosi di un errore attribuibile alla Pubblica Amministrazione sarà quest'ultima a coprire l'eventuale differenza.

Il caso dei dipendenti ex Inpdap

Tale questione interessa in modo particolare quei dipendenti pubblici che, fino al 2012, erano iscritti alla Gestione Inpdap inglobata poi nell'Inps.

In questo passaggio, infatti, questi lavoratori potrebbero aver perso dei contributi che, quindi, devono essere loro riconosciuti. E da quanto è dato sapere, fino ad oggi non tutte le posizioni contributive di questi lavoratori sono state regolarizzate. Di conseguenza si è deciso di prorogare il termine al 1 gennaio 2020.

Cosa possono fare i lavoratori

Come accennato sopra i contributi prescritti non vanno persi dai lavoratori. Sarà la Pubblica Amministrazione a farsi carico dell'onere di correggere la situazione in maniera totalmente gratuita e senza ledere i diritti pensionistici degli assicurati. D'altra parte il termine del 1 gennaio 2020 rappresenta il termine ultimo per segnalare il vuoto contributivo all'Inps presentando la documentazione probatoria dello stesso di cui il lavoratore sia eventualmente in possesso.

In questo modo sarà direttamente l'inps a correggere l'errore velocizzando, così, la procedura di riconoscimento dei contributi validi per le Pensioni.

Successivamente, il lavoratore potrà sempre chiedere la correzione della propria posizione contributiva, ma essendo la Pubblica Amministrazione che ha commesso l'errore a dover provvedere i tempi saranno, necessariamente, più lunghi. Ricordiamo che la richiesta di revisione va rivolta all'Inps utilizzando il modello RVPA ed è completamente gratuita.