Mancano ormai poco più di due mesi alla scadenza utile per poter ottenere l'accesso alla pensione anticipata tramite la quota 41. Il decreto legge sulla quota 100 e sul reddito di cittadinanza ha infatti lasciato intatta l'opzione già avviata con la legge n. 232 del 2016, che consente in alcuni casi particolare la possibilità di ottenere il prepensionamento con requisiti contributivi particolarmente favorevoli e senza l'applicazione di alcun vincolo anagrafico. Oltre a ciò, bisogna considerare che il nuovo DL da poco approvato ha anche sterilizzato l'adeguamento all'aspettativa di vita, evitando così che l'anzianità contributiva salisse a 41 anni e 5 mesi.

Come funziona la quota 41 e quali lavoratori tutela

Entrando nello specifico della misura, il provvedimento si rivolge a tutti i lavoratori che hanno acquisito almeno 41 anni di contribuzione e che vivono situazioni lavorative di particolare disagio, purché dispongano di almeno un anno di versamenti prima del compimento del 19esimo anno d'età. Il legislatore ha individuato in particolare alcune situazioni specifiche grazie alle quali si può ottenere l'ingresso flessibile nell'Inps. Si tratta di chi ha svolto attività particolarmente gravose (così come indicato all'interno del DM lavoro del 5 febbraio 2018 o nel Decreto legge n. 67 del 2011). Vi sono poi le persone che si dedicano all'attività di cura di un familiare (i cosiddetti caregivers), oltre agli invalidi civili che possiedono almeno il 74% di invalidità, oppure i disoccupati che abbiano esaurito le tutele di legge da almeno un trimestre (ad esempio nel caso di percezione della Naspi).

Le scadenze del 2019 per l'accesso alla Q41

In merito alla possibilità di aderire alla quota 41 nel corso del 2019, è importante considerare che la finestra utile per produrre la prima istanza d'accesso scadrà entro il 1° marzo. Il lavoratore dovrà quindi dimostrare di avere tutti i requisiti e di trovarsi all'interno di uno dei profili previsti dal legislatore.

La pratica potrà essere inoltrata sia presso un patronato che tramite l'Inps. Quest'ultima si occuperà poi di effettuare le verifiche previste e di comunicare al lavoratore l'effettivo via libera, segnalando al contempo anche la decorrenza della prestazione. La risposta dovrà arrivare entro e non oltre il 30 giugno del 2019.

Dopo la domanda di verifica (o contestualmente alla stessa), spetterà al lavoratore effettuare anche la vera e propria pratica di accesso alla pensione. Una seconda finestra di presentazione della domanda si aprirà dal 2 marzo estendendosi fino al 30 novembre 2019, ma in tal caso le domande troveranno accettazione solo se vi saranno risorse residue rispetto all'apposito fondo.