Mentre prosegue senza sosta il dibattito politico, economico e sindacale sulla riforma delle Pensioni in vista della nuova legge di Bilancio 2020 con cui potrebbero arrivare altre novità importanti come la Quota 41 per i lavoratori precoci e la proroga del regie sperimentale di Opzione donna, sono stati diffusi dall’Inps i dati sulla spesa previdenziale relativa al 2018, quando ancora non era in vigore la Quota 100, cioè la pensione anticipata a 62 anni con 38 anni contributi, che insieme al reddito di cittadinanza uno dei provvedimenti simbolo del governo M5s-Lega guidato dal premier Giuseppe Conte.

Pensioni, i dati dell’Inps sulla spesa previdenziale nel 2018

L’anno scorso, ad influire sulla spesa previdenziale in Italia sono stati i nuovi assegni accolti e liquidati dall’Inps, le ricostituzioni delle vigenti pensioni, i trattamenti pensionistici cancellati a anche gli aumenti per gli adeguamenti automatici. E’ quanto emerge dal dossier annuale dell’Istituto nazionale per la presidenza sociale che è stato illustrato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati dal presidente Pasquale Tridico, che è parso piuttosto ottimista, dati alla mano, sulla sostenibilità del sistema previdenziale nel suo complesso.

L’anno scorso pensioni vigenti erano a quota 16 milioni e 800mila

Secondo i dati contenuti nella relazione annuale dell’Inps, al 31 dicembre 2017, le pensioni vigenti erano 16.904.561; quelle liquidate 720.392, quelle eliminate 783.166.

Al 31 dicembre 2018, invece, le pensioni vigenti raggiungono quota 16.841.787. E’ risultata pari a 265.573 milioni la spesa per le rate di pensioni, riferita in termini finanziari; si tratta di dati al netto della spesa per i trattamenti dei carichi familiari che ammontano a 671 milioni di euro. In generale, sul punto si registra un incremento pari all'1,9% rispetto ai 260.529 milioni del 2017, in sostanza si segna un +5.043 milioni.

Questi alcuni dei dati illustrati dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico nei giorni scorsi a Montecitorio, dove ha mostrato un certo ottimismo sui numeri relativi alla nuova pensione anticipata con Quota 100, chiesta già da oltre 150mila italiani. Meno domande rispetto quanto inizialmente previsto, ma comunque una misura capace di creare nuovi posti di lavoro oltre che concedere il meritato riposto a chi ha raggiunto 62 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva.

Secondo Tridico, infatti, pare si stia registrando un rapporto uno a uno tra uscite con Quota 100 e nuove assunzioni, sia nel settore pubblico che in quello privato. Tutto, praticamente, starebbe andando secondo i piani previsti dal governo gialloverde, nelle prossime settimane dovranno essere i numeri esatti a confermarlo.