In data mercoledì 24 luglio 2019 si svolgerà uno sciopero nazionale dei trasporti. Si tratterà di una protesta intersettoriale, che metterà a rischio treni e mezzi pubblici in tutta Italia, ad esclusione degli aerei, che saranno interessati da una diversa protesta a pochi giorni di distanza. L’agitazione dei sindacati coinvolgerà anche il comparto marittimo, nonché taxi e trasporto merci e logistica. Saranno 24 ore di disagi, anche se la durata e le modalità saranno di vario tipo.

Treni a rischio per 8 ore, mezzi pubblici fermi per 4 ore

A proclamare lo sciopero dei trasporti sono state le sigle FILT-CGIL, FIT-CISL e UILT-UIL, a cui si sono aggiunte anche FAST-CONFSAL, UGL Autoferrotranvieri e CISAL Trasporti.

Il programma proporrà 8 ore di stop per il comparto ferroviario, con la fascia oraria a rischio compresa tra le 9.01 e le 17.01. Tra le proteste annunciate ci sarà anche quella del personale di Trenitalia addetto alla manutenzione rotabile DTR officina di Genova Brignole. Per quanto riguarderà il TPL, lo stop avrà una durata di 4 ore, ma con modalità varie.

Nel Lazio, per esempio, si fermeranno i dipendenti di COTRAL dalle 12.30 alle 16.30. Nella cittadina di Moncalieri, in provincia di Torino, l’agitazione sindacale del personale di CA.NOVA si asterrà dal lavoro dalle 18.00 alle 22.00. Già annunciata la partecipazione allo sciopero da parte dei lavoratori di BUSITALIA operanti nei bacini di Padova e Rovigo.

Come accennato precedentemente, anche nei collegamenti marittimi potrebbero registrarsi disagi, visto lo stop di 24 ore previsto. I lavoratori dei porti italiani incroceranno le braccia per 12 ore, mentre gli addetti a trasporto merci e logistica si fermeranno per 4 ore. Nelle città d’Italia si vedranno anche i tassisti in sciopero per tutta la giornata.

I sindacati hanno spiegato le motivazioni della mobilitazione nazionale. Lo sciopero è stato organizzato come segno di protesta nei confronti di un Governo, che negli ultimi tempi ha evitato il confronto su alcune questioni legate al settore dei trasporti e delle infrastrutture. Stefano Malorgio, segretario generale di FILT-CGIL, ha sottolineato come l’Esecutivo non abbia dato alcuna risposta, né tantomeno abbia mai convocato i sindacati per aprire un tavolo di confronto, che porti ad una regolamentazione e alla sottoscrizione di un patto, che preveda l’aggiornamento del piano generale e che tenga conto delle esigenze di mobilità di cittadini e merci.

"Il Paese e i lavoratori hanno bisogno di regole", ha aggiunto Claudio Tarlazzi, segretario generale di UILT-UIL, che ha sottolineato come si debba "combattere affinché si vinca la battaglia iniziata lo scorso mese di maggio contro l’immobilismo del Governo".