Negli ultimi giorni il tema della proroga dell'opzione donna e del riconoscimento del Lavoro di cura è tornato al centro del dibattito pubblico, dopo che il premier Giuseppe Conte ed il leader della Cgil Maurizio Landini hanno sottolineato l'importanza delle tematiche nel corso dei rispettivi interventi presso l'evento "Le giornate del Lavoro". Si tratta in realtà di rivendicazioni portate avanti ormai da anni dal Comitato Opzione Donna Social, che ha accolto l'evolversi della situazione come un segnale importante. Allo stesso tempo, dall'amministratrice Orietta Armiliato sono arrivate alcuni importanti chiarimenti, soprattutto per quanto concerne l'ipotesi di riconoscere un anno di sconto per ogni figlio rispetto al raggiungimento del requisito contributivo di accesso alla pensione.

Armiliato (CODS): serve riconoscere a tutte il lavoro di cura

A tal proposito, l'amministratrice del CODS ha sottolineato la necessità di allargare il concetto in modo da comprendere l'intera platea delle lavoratrici. "Non possiamo esimerci dal rilevare che, qualora fosse riconosciuto un gettone contributivo solo alle lavoratrici madri, nel termine proposto di un anno per ogni figlio, non sarebbe né corretto né rispettoso dei principi di equità verso la totalità della platea" spiega Armiliato. Questo perché "il lavoro di cura deve essere riconosciuto a tutte le donne indistintamente poiché, chi ha avuto figli, si è sobbarcata un onere che non è né maggiore né minore di chi si è fatta carico di sorelle, fratelli, mariti/compagni o genitori problematici".

Dal Comitato delle lavoratrici si chiede la quota 100 rosa

Stante la situazione, dal CODS si torna ad evidenziare la proposta avanzata dal Comitato in merito all'istituzione di una quota 100 rosa. Quest'ultima dovrebbe però riconoscere a tutte le lavoratrici il lavoro di cura svolto nel corso degli anni, abbassando quindi il requisito contributivo delle Pensioni anticipate tramite Q100 da 38 a 36 anni di versamenti.

In questo modo si può rendere il provvedimento di flessibilità previdenziale favorevole "alle donne che hanno alle spalle carriere discontinue, nella maggioranza dei casi proprio perché legate al welfare familiare". L'amministratrice Orietta Armiliato torna quindi a chiedere un intervento in tal senso, "al fine di dare una dimensione di dignità al lavoro di cura che quotidianamente le donne svolgono".

Un passaggio che risulterà fondamentale per considerare conclusa la questione. "Come dire, apprezziamo ma non ci basta solo che sia inserita una chiave nella toppa: vogliamo che la chiave giri e apra quella porta che oggi è chiusa sebbene tutti, da anni, si esprimano sulla necessità di doverla aprire", conclude la fondatrice del Cods.