Pensioni anticipate, volano le uscita prima dei 67 anni previsti per la vecchiaia. È il monitoraggio dell'Inps sulle nuove pensioni erogate nel 2019 secondo il quale solo una pensione su cinque è di vecchiaia e a 67 anni (il 20,8 per cento dei contribuenti dipendenti), mentre ben 32 mila lavoratori sono riusciti a lasciare il lavoro prima dei 60 anni. L'aumento dal 1° gennaio 2019 della pensione di vecchiaia di cinque mesi, dai 66 anni e 7 mesi previsti fino al termine del 2018 ai 67 vigenti fino al 2022, ha fatto dunque scattare la corsa al pensionamento anticipato, complice anche la nuova misura sperimentata proprio a partire dal 2019, ovvero la quota 100.

Ma, tra le pensioni anticipate, la misura introdotta l'anno scorso da Matteo Salvini e dal M5S, non è l'unica ad aver avvantaggiato l'uscita dei contribuenti: isopensione e opzione donna hanno permesso ai lavoratori di andare in pensione ben prima dei 62 anni di età e dei 38 di contributi previsti dalla quota 100.

Pensione anticipata: ultime notizia di oggi su uscita a quota 100 e dati Inps

Entrando nel dettaglio delle cifre, l'Inps nel 2019 ha liquidato 535.573 nuove pensioni, una cifra vicina a quella registrata nel 2018 (537.160), ma anche grazie alla quota 100 sono aumentate le nuove pensioni anticipate (+29,4 per cento). Le agevolazioni delle pensioni a 62 anni unitamente a 38 anni di contributi hanno abbassato notevolmente l'età di uscita rispetto alla pensione di vecchiaia.

Infatti, l'età media di pensionamento dei lavoratori con quota 100 si è assestata a 62 anni per i dipendenti e a 62 anni e quattro mesi per gli artigiani. A 63 anni sono riusciti ad andare in pensione, mediamente, anche i commercianti. Di fronte alle uscite anticipate, i lavoratori che hanno scelto la pensione di vecchiaia a 67 anni per andare via da lavoro sono calati del 15,6 per cento, risultando 121.495, dei quali solo circa un quarto (33.123 lavoratori) lavorava alle dipendenze.

Il dato più significativo è, pertanto, che quattro lavoratori su cinque, nel 2019, sono andati in pensione anticipata prima, o molto prima, dei 67 anni.

Pensioni anticipate: non solo quota 100, con opzione donna e isopensione uscita prima dei 60 anni

Nel dettaglio, grazie anche a quota 100, la classe di lavoratori che è andata in pensione anticipata tra i 60 e i 64 anni, ha registrato un numero di uscite pari a 96.405 cui vanno aggiunti altri 45.570 pensionamenti della classe di età dai 55 ai 59 anni.

Si tratta di lavoratori che hanno lasciato il lavoro con quota 100 entro i 64 anni, ma anche con l'anzianità contributiva dei 42 anni e dieci mesi (uomini) e 41 anni e dieci mesi (donne). Dal monitoraggio dell'Inps delle pensioni dello scorso anno, dunque, emerge che le pensioni anticipate con anzianità contributiva, unitamente alla quota 100 ma anche all'Ape sociale, all'opzione donna e all'isopensione, hanno permesso ai lavoratori di abbassare l'età di uscita. Soprattutto le ultime due misure, la prima che permette un pensionamento anticipato fino a sette anni rispetto alle pensioni di vecchiaia e la seconda, l'opzione donna, che prevede l'uscita delle dipendenti già dai 58 anni e delle autonome dai 59 anni, hanno fatto registrare la cifra di circa 32 mila lavoratori che sono andati in pensione al di sotto dei sessant'anni.

Per il 2020 all'isopensione si aggiungerà la possibilità di uscita anticipata con le formule di esodo e sconti fino a cinque anni rispetto alla vecchiaia (62 anni rispetto ai 67) e alle pensioni anticipate (37 anni e dieci mesi rispetto ai 42 anni e dieci mesi) dei soli contributi.

Pensioni, Nunzia Catalfo: 'Quota 100 non si tocca', respinta la richiesta di abolizione del Pd e Renzi

Rispetto ai numeri di uscita delle pensioni, proprio nella giornata di ieri il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha ribadito che "la quota 100 non si tocca". La posizione del Ministro sulla sperimentazione della misura fino al termine del 2021 risulta ferma rispetto alle richieste avanzate da due partiti alleati di Governo, ovvero il Partito democratico e Italia Viva di Matteo Renzi che chiedono l'abolizione prima del termine di quota 100 e del Reddito di cittadinanza.

La riforma della quota 100, quindi, dovrà entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2022 ma delle misure alternative se ne sta discutendo con i sindacati. La trattativa sarà portata avanti già dalla prossima settimana (il primo tavolo è stato svolto lunedì scorso, 27 gennaio) con una commissione di esperti nominata dalla stessa Catalfo. Ne fanno parte Concetta Ferrari e Paola Bozzao che rappresentano il Ministero del Lavoro, i professori Giovanni Geroldi, Roberto Riverso, Stefano Giubboni, Massimiliano Tancioni e, in rappresentanza del Ministero dell'Economia, Federico Giammusso e Marco Leonardi. Infine, rientrano tra i membri della commissione anche il consigliere Alessandro Goracci e due rappresentanti dell'Inps.