L'aumento degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione e degli insegnanti e collaboratori della Scuola che, dal 2021, dovrebbe raggiungere i 107 euro lordi mensili, divide ancora governo e sindacati tra cui ballano 20 o forse 30 euro mensili. Ed è questo il principale motivo per il quale la trattativa per il rinnovo dei contratti statali ha portato allo sciopero proclamato dalle sigle sindacali per il 9 dicembre prossimo: per i sindacati negli aumenti delle buste paga prospettati dal governo a partire dal prossimo anno non si farebbe infatti riferimento all'indennità di vacanza contrattuale e all'elemento perequativo, voce dei cedolini degli statali e di alcune categorie dei lavoratori della scuola come i collaboratori Ata i cui redditi più bassi non permettevano, nel precedente rinnovo contrattuale del 2016-2018, di far arrivare gli incrementi degli stipendi agli 85 euro medi mensili promessi.

Rispetto al precedente rinnovo, invece, sarebbero note le percentuali di aumento degli stipendi per i primi due anni del nuovo contratto, il 2019 e il 2020, ma le entità sono ben al di sotto dei 107 euro di aumento che scatteranno solo a partire dal 2021.

Di quanto aumentano gli stipendi statali e scuola dal 2021 con il rinnovo contratto

La distanza tra il governo e Cgil, Cisl e UIl sull'aumento degli stipendi della Pubblica amministrazione e della scuola previsto dal 2021 è nella misura di 20 o forse 30 euro. Rispetto ai 107 euro medi mensili di aumento per redditi statali medi, infatti, dalla cifra - denunciano i sindacati - andrebbero tolti sia l'elemento perequativo, voce variabile di reddito introdotta con il rinnovo dei contratti del 2016-2018 per integrare i redditi più bassi alla percentuale media di aumento e farli salire a 85 euro in più nei cedolini mensili, sia l'indennità di vacanza contrattuale, calcolata in circa 20 euro dai sindacati per il mancato rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione a partire dal 1° gennaio 2019.

Entrambe le voci non sarebbero state nettamente distinte dagli aumenti degli stipendi, mentre il ministro per la Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, ritiene che un aumento anche superiore a quello del rinnovo dei contratti precedente, sia sufficiente a garantire gli statali rispetto al ritardo nel nuovo contratto 2019-2021.

Contratti statali e scuola, arretrati stipendi Pubblica amministrazione per il 2019 e 2020

Sulle risorse stanziate nella legge di Bilancio 2021 dal governo Conte (400 milioni di euro in più per il rinnovo dei contratti statali rispetto ai tre miliardi e 400 milioni che serviranno anche a tutte le spese e alle assunzioni nella Pubblica amministrazione), l'aumento dello stipendio dei dipendenti della Pubblica amministrazione e della scuola è di poco superiore al 4% (4,07%) calcolato su una retribuzione lorda di 34.250 euro annui.

In un anno, dunque, l'aumento nelle buste paga si aggira sui 1370 euro. Per gli altri due anni di rinnovo del contratto è prevista l'adozione dello stesso meccanismo utilizzato per il precedente rinnovo contrattuale con rimborsi una tantum a salire ma a percentuali di aumento ben inferiori: per il 2019 l'aumento calcolato sarebbe dell'1,3% che su un reddito medio di 34.250 euro lordi produce un aumento mensile di 34,25 euro (moltiplicato per 13 mensilità il rimborso 2019 dovrebbe essere pari a 445,25 euro); per il 2020 l'aumento degli stipendi dovrebbe attestarsi invece sul 2,01% che, su uno stipendio di 34.250 euro, produce un incremento annuo lordo nei cedolini di 688,35 euro, ovvero l'entità del rimborso atteso dal rinnovo del contratto.