Risorse tra 1,5 e 2 miliardi di euro per gestire il dopo quota 100 e per la riforma delle Pensioni. È questa la cifra che il governo potrebbe iscrivere alla voce previdenziale della legge di Bilancio 2022 con misure che non accontenterebbero partiti politici e sindacati. Matteo Salvini è tornato alla carica escludendo che si possa tornare ai requisiti della riforma Fornero dal 1° gennaio 2022. Il Pd vedrebbe azzerate le proposte di riforma avanzate nelle ultime settimane con misure che avrebbero dovuto favorire l'uscita di donne e lavoratori precari e tracciare regole certe per i giovani.

Allo stato dei lavori, si è fermi alla prosecuzione delle uscite con l'Ape sociale, misura seppur da rafforzare, alla proroga dell'opzione donna e a un altro nuovo canale di uscita che potrebbe essere, per l'appunto, quota 102. Della proposta del presidente Inps Pasquale Tridico di pensioni flessibili a 63-64 anni di età, al momento non vi sono novità.

Pensioni anticipate con quota 102: ecco quali sono i requisiti di uscita dal 2022

Il pacchetto di misure che potrebbe essere inserito nella legge di Bilancio alla voce pensioni servirebbe a mettere una toppa e a rimandare la questione previdenziale negli anni a venire. Un "periodo di transizione", in altre parole, della durata di due anni, in attesa una riforma pensionistica più completa e flessibile.

Il governo, in primis, non vorrebbe investire più di 1,5-2 miliardi di euro nella Manovra finanziaria di fine anno per le pensioni. Il che significa che si procederebbe con ritocchi delle attuali misure di uscita aggiungendo la sola quota 102 che altro non sarebbe che una quota 100 rivista sui requisiti utili e, peraltro, selettiva.

Si potrebbe giocare sulla composizione della misura tra requisiti di età e contribuzione effettiva, partendo dai 64 anni unitamente a 38 anni di contributi, ma ammettendo anche l'età di 63 anni in presenza di 39 anni di contributi. Risulterebbe tuttavia chiaro che molti lavoratori rimarrebbero tagliati fuori dalla possibilità di uscita nel 2022 e forse anche nel 2023.

Pensioni, chi esce con la quota 102? La misura va a pareggiare la pensione anticipata dei contributivi puri

Per come va strutturandosi, quota 102 diverrebbe una misura di pensione anticipata selettiva perché andrebbe a interessare solo i lavoratori del sistema previdenziale misto. Infatti, per i lavoratori ricadenti nel metodo contributivo puro (ovvero i contribuenti che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) esiste già l'equivalente possibilità di uscita a 64 anni unitamente a 20 anni di contributi. Tuttavia, l'accesso a questa formula di pensione anticipata richiede che l'assegno futuro di pensione sia di almeno 2,8 volte l'importo della pensione sociale. Il che, attualmente, rappresenta un limite per le uscite di molti lavoratori che devono continuare a lavorare e a versare per arrivare al minimo richiesto.

Quota 102 non ha un minimo di importo pensionistico da soddisfare ma i 38 anni di contributi rappresenterebbero, comunque, un traguardo non per tutti all'età di 64 anni.

Pensioni anticipate con uscita a 63 anni, verso il ridimensionamento dei lavori gravosi

Un ridimensionamento è probabile anche per quanto attiene alle professioni gravose ai fini delle pensioni con Ape sociale rispetto alle ipotesi che si sono fatte nelle ultime settimane. Dalle oltre 200 mansioni ammesse tra le nuove gravose si è scesi a 31 categorie di lavori particolarmente usuranti, costituite soprattutto da operai, artigiani e conduttori di macchinari per l'industria e per l'agricoltura. In quella che può essere considerata come una prima scrematura delle professioni, non sono stati più considerati gravosi mestieri come quelli dei bidelli, delle maestre delle scuole elementari, badanti.

Dalle ultime indiscrezioni, tuttavia, il lavoro della Commissione tecnica istituita ad hoc per individuare le mansioni gravose potrebbe subire un'ulteriore sforbiciata. Si parla di un totale di 15-20 nuove mansioni gravose da aggiungere alle 15 categorie già adottate dall'Ape sociale nel 2018 per accompagnare in pensione i lavoratori di 63 anni.