È sempre più probabile il nuovo canale di uscita delle pensioni a 63-64 anni proposto dall'Inps per il 2022. Ne ha parlato nella giornata del 12 ottobre il presidente dell'Istituto previdenziale Pasquale Tridico in audizione alla Commissione Lavoro della Camera. La stessa assemblea che sta cercando di far convergere le proposte di riforma delle Pensioni anticipate per evitare un ritorno quasi integrale alle regole della legge Fornero. Il nuovo canale rappresenterebbe l'alternativa all'Ape sociale, strumento che permette di andare in pensione dai 63 anni di età ma che, nonostante i costi non proibitivi, non sarebbe in grado di assicurare il prepensionamento di tutte le categorie lavorative e sociali che necessitano di lasciare il lavoro.
Pensione anticipata, uscita a 63 anni: nuove categorie di lavori gravosi dal 2022
Sul prolungamento dell'Ape sociale tra gli strumenti di pensione anticipata anche per il prossimo anno ci sono pochi dubbi. Nell'audizione di ieri è emerso che Pasquale Tridico avrebbe quantificato la spesa per la misura pensionistica in circa un miliardo di euro nei prossimi tre anni, per arrivare a un incremento del costo fino a 805 milioni nel solo 2026. Il costo calcolato per l'Ape sociale include già l'allargamento alle nuove categorie dei lavoratori gravosi come suggerito dall'apposita Commissione tecnica. In tutto, oltre 200 mansioni potrebbero uscire a partire dai 63 anni di età con l'Ape sociale dal 2022 (rispetto alle 65 odierne) con 36 anni di contributi.
Anche il numero di anni di contribuzione è tuttavia in discussione nell'ambito di una più ampia riforma previdenziale: potrebbero scendere a 30 anni, come avviene per la stessa misura ai disoccupati, ai caregiver e agli inabili al 74%. Del resto anche le donne potrebbero beneficiare di uno sconto di contributi qualora abbiano dovuto interrompere la loro carriera lavorativa per la maternità o per le esigenze domestiche.
Riforma pensioni, novità anticipo a 63-64 anni con il nuovo canale proposto da Tridico (Inps)
Tuttavia, come hanno già convenuto vari partiti politici, i sindacati, le parti sociali e la stessa Camera, il solo rafforzamento dell'Ape sociale risulterebbe insufficiente a garantire quella riforma delle pensioni più volte richiesta per assicurare flessibilità in uscita, certezza delle regole e requisiti meno onerosi rispetto a quelli della legge Fornero.
Riferendosi alla fine della quota 100 fissata per il 31 dicembre 2021, Pasquale Tridico ha auspicato un altro intervento per il 2022, un nuovo canale di uscita flessibile a partire dai 63-64 anni unitamente a 20 anni minimi di contributi. Da alcuni è stata ribattezzata come l'"Ape sociale contributiva", proprio perché la flessibilità richiede un ricalcolo dei contributi. Per gli anni di anticipo, cioè dai 63-64 anni fino alla maturazione della pensione di vecchiaia (67 anni), al lavoratore in uscita verrebbe corrisposta la quota contributiva della pensione. La quota "retributiva" in vigore per i lavoratori del sistema previdenziale con almeno 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, o per i lavoratori del sistema "misto", verrebbe versata dall'Inps solo a partire dalla soglia della pensione di vecchiaia (67 anni di età).
Pensioni anticipate, i nuovi requisiti di uscita se passasse la riforma Inps
I lavoratori del sistema retributivo e del misto rappresentano la platea più diretta di questa nuova formula di pensione anticipata. Infatti, per i lavoratori del sistema contributivo (con versamenti unicamente dal 1° gennaio 1996) esiste già la pensione anticipata contributiva a 64 anni unitamente a 20 anni di contributi e assegno calcolato interamente con il metodo contributivo. Di vantaggioso, nella proposta del presidente Inps Tridico sul nuovo canale di uscita, c'è il requisito che impegna il lavoratore a dover dimostrare che il proprio assegno di pensione sarà pari o superiore a 1,2 volte l'assegno sociale rispetto all'importo pari ad almeno 2,8 volte per la pensione anticipata contributiva e all'1,5 richiesto per la pensione di vecchiaia.
L'importo della pensione sociale per il 2021 è pari a 460,28 euro. Pertanto, nella nuova proposta Inps, la pensione del lavoratore uscente dovrebbe essere di almeno 552,33 euro, quella di un lavoratore ricadente interamente nel contributivo pari a 1289 euro circa per uscire a 64 anni.
Pensioni dal 1° gennaio 2022: bocciata la quota 41 dei precoci, Inps favorevole al riscatto laurea gratis
Numeri di uscita e spesa dal 2022 in poi sono stati tracciati da Tridico nel corso dell'audizione anche per il nuovo canale delle pensioni anticipate flessibili. Secondo le stime Inps, a usufruire del nuovo strumento previdenziale nel prossimo anno potrebbero essere fino a 50mila lavoratori, 66mila nel 2023.
Allo stesso tempo, Tridico ha bocciato la quota 41, meccanismo invocato dai sindacati e da alcuni partiti, per il forte impatto che avrebbe dal 2022 sui conti pubblici. Per il prossimo anno l'Inps calcola 4,3 miliardi di euro con picchi negli anni successivi (fino a 9,7 miliardi). Inoltre, lo stesso presidente Inps si è detto favorevole all'ipotesi del riscatto gratuito della laurea. L'attuale azzeramento del costo per le varie opzioni di riscatto (si parte da quella agevolata da oltre 5200 euro per ogni anno riscattato) costerebbe tuttavia tra i 4 e i 5 miliardi l'anno.