Pensioni in aumento dal 1° gennaio 2023 per la rivalutazione degli assegni al tasso di inflazione registrato nel corso del 2022. A poco più di due mesi dall'inizio del nuovo anno, e con una legge di Bilancio ancora da strutturare, il meccanismo degli aumenti delle Pensioni comporterà incrementi consistenti nel cedolino delle pensioni per via del caro-prezzi che si è registrato in tutto il 2022. Con due precisazioni: la prima è che l'Istat, nelle prossime settimane, dovrà ufficializzare il tasso effettivo di inflazione dell'anno in corso al quale si adegueranno le pensioni; inoltre, che i pensionati con assegni mensili entro i 2.692 euro lordi si vedranno detrarre dagli aumenti il 2% che il governo Draghi ha anticipato nei cedolini delle pensioni di ottobre, novembre e dicembre 2022, compresa la tredicesima.

È quanto stabilito nel decreto "Aiuti-bis".

Pensioni minime, di invalidità e assegno sociale: di quanto aumentano nel 2023?

Dalle prime anticipazioni sul tasso di inflazione al quale si adegueranno le pensioni nel 2023 si stima un aumento dei prezzi nel 2022 intorno all'8%. Dato che dovrà essere confermato - come di consueto - dall'Istat, nel corso delle prossime settimane. Ammettendo che il tasso di aumento dei prezzi venga confermato a questo indice, i primi effetti sulla previdenza risiederebbero nell'adeguamento delle pensioni minime, che salirebbero da 515,58 a 556,82 euro, dell'assegno sociale (da 468,10 a 505,55 euro) e delle pensioni di invalidità civile (da 291,69 a 315,02 euro). L'importo delle pensioni minime, inoltre, è basilare per il meccanismo di adeguamento di tutte le pensioni percepite dagli ex lavoratori.

Aumenti pensioni 2023: da cosa dipende l'importo del cedolino di pensione?

Le pensioni di importo fino a quattro volte quello minimo percepiscono la rivalutazione (e dunque l'aumento) dell'assegno mensile di pensione pieno rispetto al tasso di inflazione osservato, dunque del 100%. Con la crescita delle pensioni minime, pertanto, il tetto della rivalutazione piena si incrementerebbe dagli attuali 2062,32 a 2.227,28 euro lordi.

Al di sopra di questa soglia, l'aumento delle pensioni (da quattro a cinque volte il trattamento minimo, per mensili fino a 2.784,10 euro lordi) si attesterebbe al 90% del tasso di inflazione che stabilirà l'Istat. La percentuale scende al 75% sopra i 2.784,10 euro, ovvero per pensioni che superano di cinque volte il trattamento previdenziale minimo.

Pensioni, ecco di quanto aumenteranno dal 1° gennaio 2023

In base a un presunto tasso di inflazione che l'Istat dovrà attestare, ma che non dovrebbe discostarsi troppo dall'8% riferito al 2022, si possono stimare quali saranno gli aumenti delle pensioni a decorrere dal 1° gennaio 2023. Considerando che dovrà detrarsi il 2% di rivalutazione già anticipato nei cedolini delle pensioni dell'ultimo trimestre del 2022, le pensioni fino a 2.227,29 euro lordi (quattro volte il minimo) avranno un incremento del 6%. Pertanto, per assegni di 1.000 euro lordi, l'incremento lordo sarebbe di 60 euro lordi; i pensionati con 1.200 euro mensili lordi prenderebbero in più nel cedolino 72 euro. A 1.500 euro l'incremento è di 90 euro, mentre a 2.000 euro spettano in più 120 euro (133 euro per il limite del 100% di 2.227,29 euro).

Pensioni, di quanto aumentano in base all'importo percepito nel cedolino mensile

Gli aumenti scendono al 90% del tasso di inflazione dell'Istat per le pensioni da quattro a cinque volte il minimo: pertanto, per chi prende una pensione di 2.500 euro lordi mensili, l'aumento da calcolare è del tasso del 6% per il 90%, dunque il 5,4%, e di conseguenza l'assegno mensile salirebbe di 135 euro al lordo. Più consistente l'aumento per le pensioni di 2.700 euro: non avendo avuto l'anticipo nel cedolino del 2% nell'ultimo trimestre del 2022, l'incremento di importo è pari a 195 euro. Per gli assegni superiori a 2.784,10 euro (oltre cinque volte il trattamento minimo) bisogna considerare il 75% del tasso che stabilirà l'Istat. Conseguentemente, chi prende una pensione di 3.000 euro lordi mensili avrà un aumento di 180 euro.