Ray Wilson, ex cantante dei Genesis,si esibirà il 17 ottobre al Fabrique di Milano. Il concerto sarà dedicato al Centro Clinico Nemo, struttura specializzata dell’Ospedale Niguarda per la cura di malati di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), oltre 420mila nel mondo e 6mila solo in Italia. In passato, uno dei casi più noti è stato quello del calciatore Stefano Borgonovo, scomparso qualche anno fa.

“Abbiamo una ragione in più per unirci a questo evento che riguarda migliaia di persone conSla: la grande passione per la musica e quella per l’attenzione e il rispetto della vita, anche in condizioni di estrema difficoltà”, ha detto Wilson durante la conferenza stampa che si è svolta a giugno a Milano.

Quando si parla di cantanti dei Genesis tutti pensano a Peter Gabriele Phil Collins. Ma anche Ray Wilson si è ritagliato il suo spazio nella storia del band quando, nel 1997, venne chiamato a sorpresa da Tony Banks e Mike Rutherford a sostituire Collins in quello che rimane l’ultimo album dei Genesis: Calling all stations. Un album poco rilevante, a essere sinceri, caratterizzato da un pop-rock sbiadito, pur se alternato a qualche perla progressive come Uncertain weather. Ma anche in un contesto deludente, la nota positiva fu proprio la voce di Ray Wilson, calda e avvolgente, che dal vivo tentò di salvare quello che era rimasto della gloriosa storia dei Genesis.

E al Fabrique Wilson alternerà pezzi dei Genesis con qualche canzone tratta dai suoi ultimi album solisti: l’elettrico Makes me think of home, vario e vicino al prog, e Song for a friend, acustico e intimista, dedicato a un amico italiano con cui coabitò in Scozia all'inizio della sua carriera.

“Purtroppo oggi lui non c'è più, si è arreso dopo un incidente che lo ha costretto su una sedia a rotelle e lo ha completamente paralizzato – ha spiegato Wilson - L'album vuole essere un invito a lottare sempre, a vivere con l'ottimismo che ha animato il mio amico negli anni di Edimburgo, quando il suo ottimismo mi ha contagiato e mi ha fatto amare l'Italia".

Sono tanti, quindi, i buoni motivi per andare a sentire Wilson: l’incasso devoluto in beneficenza, le qualità di un artista che avrebbe meritato maggior fortuna, la musica dei Genesis. Un gruppo che riesce, come pochi altri gruppi, a far sognare da oltre quarant’anni diverse generazioni. Hasn’t it?