Volkswagen ha già iniziato i lavori per cambiare faccia ai vertici dell'azienda. Velocemente fa trasparire la tesi che un piccolo gruppo di persone abbia architettato e realizzato la più grande truffa ambientale in campo automobilistico, dall'inizio del millennio. Queste poche persone, evidentemente dotate di poteri da supereroi, sono riuscite a manipolare 11 milioni di veicoli nell'intero pianeta. È una storia che non sta in piedi. Il consiglio di amministrazione ha chiuso l'era Winterkorn (anche se l'ex AD sta tentando di rimanere al comando della holding, a sua volta proprietaria del Gruppo Volkswagen) con liquidazione e pensione milionarie (si parla di 33 milioni per la prima e di 28,6 per la seconda).

Inizia l'era di Mathias Mueller

Il nuovo CEO (come anticipato dai giornali tedeschi) è Mathias Mueller, ex numero uno di Porsche ma soprattutto uomo di Piëch, ex "padrone" del Gruppo (ridimensionato nei poteri ad aprile scorso), influentissimo detentore del pacchetto di controllo aziendale. Le prime dichiarazionidi Mueller, quasi un discorso di programma, sono state un impegno a cercare di recuperare gradatamente la fiducia dei clienti, dopo l'autentico disastro morale e politico in cui il Marchio è precipitato. Non è in gioco solo la Volkswagen, ma l'intero Made in Germany, che ha visto crollare uno dei suoi più robusti e prestigiosi pilastri. Adesso è interesse di tutti arrivare a comprendere le esatte dimensioni di quanto accaduto, per individuare gli interventi necessari.

Come previsto, nel cda di oggi sono iniziate a cadere le prime teste: o perché troppo legate a Winterkorn, o perché ritenute responsabili dello scandalo, quanto meno per insufficiente vigilanza.

Prime epurazioni

Lascia il suo incarico Michael Horn, presidente e ceo per l'America e al comando di Seat entra l'italiano Luca De Meo (ex manager Fiat ed ex AD di Alfa Romeo: è il padre della 500 e della Mito).

Seguono altre sostituzioni, ma è in arrivo una ulteriore epurazione riguardante altri dipendenti, i cui nomi saranno presto comunicati, considerati strettamente responsabili del più grande scandalo della storia del Marchio. Ci sono danni miliardari: oggi il titolo ha perso il 4,3% e sono devastanti i cali subiti dal brand Volkswagen, per il momento deprezzato di almeno 10 miliardi.

Questo valore potrebbe ulteriormente scendere, viste le posizioni durissime del governo tedesco il quale, accusato di "sapere", reagisce "denunciando" e chiedendo la massima trasparenza. Il ministro dei trasporti Alexander Dobrindt, comunica che diversi mezzi furgonati Vw non hanno superato i test e calcola in 2,8 milioni i veicoli circolanti in Germania coinvolti nello scandalo dei test truccati. Fra questi risultano anche motori di cilindrata 1.200, che aprono scenari ulteriormente inquietanti. Iniziano, intanto, ad arrivare le prime class action contro la Casa automobilistica: oggi è arrivata la citazione in giudizio da parte di un fondo pensioni del Michigan. Colpisce molto vedere sul banco degli imputati proprio coloro che hanno imposto le regole che hanno infranto.