La casa di Palo Alto ha obiettivi ambiziosi e lo dimostra con suo nuovo programma di incentivi (di durata decennale), con il quale la casa si impone (e lo impone al suo presidente) di raggiungere la considerevole cifra di capitalizzazione di 650 miliardi di dollari, cioè circa 600 miliardi in più rispetto alla capitalizzazione attuale. Livelli di valore borsistico raggiunti negli ultimi anni solo dai giganti della tecnologia come Google e Apple.
Stop allo stipendio per Elon Musk
Si avete letto bene, l'amministratore delegato di Tesla non prenderà uno stipendio fisso, nessun bonus monetario o premio in azione nei prossimi dieci anni.
Questa decisione è frutto del programma di incentivi spiegato precedentemente, programma che permetterà a Musk di avere un compenso variabile, il quale deriverà dalle performance dell'azienda e consisterà esclusivamente in opzioni per l'acquisto di azioni della casa stessa. Secondo i vertici di Tesla Elon Musk riceverà la prima trance di opzioni (delle 12 previste) una volta che la capitalizzazione sarà salita a 100 miliardi, mentre le altre gli verranno consegnate ad ogni aumento di 50 miliardi del valore borsistico della casa. Questa assegnazione dei "premi" è basata sull'esempio del precedente piano di incentivi lanciato nel 2012, il quale (è bene ricordarlo) ha permesso a Tesla di accrescere la sua capitalizzazione di ben 17 volte.
Dopo le opzioni ecco gli investimenti
Questo piano di incentivi però non è ancora stato proposto agli azionisti della casa, i quali verranno informati non più tardi di Marzo. Azionisti che rimarranno piacevolmente stupiti nello scoprire che parte dei premi in opzioni dati a Musk dovranno obbligatoriamente essere reinvestiti in Tesla, più precisamente dovrà investire un quantitativo di opzioni pari all'1% del capitale aziendale (circa 2 milioni di titoli).
Il piano prevede poi un impegno a lungo termine per Musk, infatti impone all'amministratore delegato di ricoprire la posizione di presidente esecutivo e responsabile dei prodotti per almeno i prossimi dieci anni.
Continuano i ritardi
Nonostante gli ottimi propositi per gli anni avvenire la Tesla continua ad avere problemi nell'immediato, nello specifico con la produzione della Model 3.
E' proprio di questi giorni la notizia di nuovi rallentamenti sulla catena produttiva, questa volta dati dall'assemblaggio del pacco batterie dell'automobile (prodotte nella nuova Gigafactory), problemi talmente gravi dal richiedere l'apporto di manodopera esterna.
Questo problema mi porta ad una riflessione: dati gli importanti problemi degli ultimi mesi, legati alla produzione della Model 3, come può un'azienda con così tanti rallentamenti e mancate consegne avere ancora la fiducia ( e i soldi) degli investitori e puntare comunque così in alto? Lasciamo che la risposta ce la dia il tempo e l'evoluzione delle cose.