Con un articolo pubblicato nei giorni precedenti, avevamo segnalato ciò di cui si era venuti a conoscenza dopo la corresponsione nella busta paga del mese di maggio degli 80 euro. In particolare avevamo segnalato il messaggio 059/2014 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, attraverso il quale si segnalava ai dipendenti la "funzione self service per comunicare la rinuncia all'attribuzione del beneficio".

Ma cosa è successo?

Oggi riprendiamo quell'argomento ribadendo che il calcolo per la determinazione del reddito non è quello effettivo bensì quello presunto.

In base a tale calcolo a fine anno, affermavamo, coloro i quali avranno beneficiato del bonus potranno essere chiamati a restituire i soldi sulla base dell'imponibile reale. Ebbene ciò che avevamo affermato, oggi è pura realtà. Esiste la concreta possibilità che i benefici acquisiti in busta paga verranno restituiti.

Difatti, questa nostra previsione viene confermata dai tecnici del Bilancio della Camera, i quali, in base a studi effettuati, come si legge su "Il sole 24 ore", dichiarano che "la platea dei beneficiari del bonus di 80 euro rischia di non corrispondere a quella che era stata individuata dal Governo".

Calcoli presunti o reali?

Come può avvenire tutto ciò? Quali i calcoli effettuati dai tecnici del governo?

Quale la loro base per la effettuazione delle previsioni?

Semplice. I tecnici del premier Renzi, affermano i tecnici del Servizio Bilancio della Camera, hanno fatto i conti sulla base dei dati dei redditi del 2011.

Ma dal 2011 le cose sono cambiate o potenzialmente non più veritiere e corrispondenti alla realtà. In tre anni il numero dei beneficiari potrebbe essersi ridotto o allargato.

La possibilità della restituzione è realmente concreta?

Ecco che allora si profila la concreta possibilità della restituzione al momento della dichiarazione dei redditi o a conguaglio."Una polpetta avvelenata" l'aveva definita il presidente Anief Marcello Pacifico, sembrerebbe, e quanto sopra riportato lo confermerebbe, essere proprio un pasticcio all'italiana ingannevole ed illusorio. Questo per la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti.