In riferimento alle Elezioni Regionali delle due regioni, Emilia e Calabria, poste quasi allo zenith e al nadir dell'Italia, Renzi ha dichiarato che "L'affluenza è un problema secondario". Quello che conta è la Democrazia Rappresentativa. E lui rappresenta. Comunque stiano i pareri, ha vinto di nuovo. Che si vinca con mille partecipanti o con cento, non vi è differenza per chi vince. Tuttavia coloro che hanno 'votato' per la candidata Mia Stengo, forse avrebbero diritto ad accedere a qualche dato. Ci sarebbe da tener presente un fatto: così facendo affidano ad altri il loro immediato futuro.
Sono quei temerari che si recano a votare in maniera tradizionale che decidono per il Paese. E non sempre, quei pochi, scelgono bene.
Comunque ecco i dati più salienti di questa ennesima prova vinta da Matteo Renzi. Il M5s ha perso 400mila voti. Forza Italia segna 222 mila preferenze accantonate e, al proposito, forse Renzi farebbe meglio ad annullare il Patto del Nazareno, poiché politicamente un legame del genere potrebbe essere negativo. Ha vinto, dopo Mia Stengo, il Pd, ma in pratica il salto vero è quello di Matteo Salvini che ha pescato nel fiume torbido dell'intolleranza xenofoba e della disperazione fascistoide.
Su Rai Tre, nella trasmissione Agorà del 26 novembre, si tirano le somme e si recita il mea culpa post elezioni Emilia & Calabria.
L'atmosfera è di particolare collaborazione quando, dal giornalista esterno, vengono intervistati due rappresentanti del M5S. L'aria che tira nello studio è quella di chi, pur combattendo per una nazione nemica, si allea. Ci si mette insieme per atterrare un altro nemico, ma imprevedibile. Il Movimento grillino viene messo alla berlina con sghignazzamenti sussurrati e con critiche da bravi della classe.
I due deputati M5s fanno alcune dichiarazioni. Dicono che continueranno a stare al loro posto, se saranno riconfermati, per due soli mandati. Come da regolamento del Movimento.
Non credono al parlamentare che fa il mestiere di chi non ha mestiere (come acutamente disse Berlinguer). Hanno ribadito che vogliono uno stipendio (per tutti gli italiani) livellato.
Probabilmente, quelli che hanno preferito il partito di Mia Stengo, non gradiscono un programma egalitario e si trovano più a loro agio con sistemi altri. Poi uno dei due ha fatto una guasconata verbale. Interrogato sulla scarsa presenza del Movimento in televisione, ha risposto che in futuro cercheranno di migliorare.
E allora? Il fatto è che, ha aggiunto serafico, "Non lo faremo di certo per il punto G". È intervenuta la Ravetto, che nemmeno un attimo prima aveva difeso le cerette della Moretti (i tempi cambiano, in altre occasioni avrebbe usato in maniera alternativa la dichiarazione della nemica Pd, probabilmente e visto che costa andare dall'estetista). La parlamentare di destra ha tacciato di maschilismo e di scarso rispetto del genere femminile il rappresentante M5s.
Ma la signora Ravetto, in tempi non grami, non gioiva per le avventure verbali del suo vate Berlusconi? Memorabile quella sulla malcapitata dipendente Green Power, nella quale usava il verbo 'venire' con scurrile valore. Altri tempi.