Probabilmente chi leggerà questo articolo ha già visto e deglutito, come un cibo amaro che nessuno vorrebbe mangiare ma che deve digerirlo, il video orribile dell'assalto alla sede di Charlie Hebdo. L'attacco al quartier generale del giornale satirico non è un attacco ad una semplice base di un giornale ma è un attacco alla libertà che contraddistingue la società francese; qui non ci si deve schierare tra favorevoli e non, tra cristiani e musulmani qui c'è solo uno schieramento lo sgomento, perché con l'attacco a Charlie viene messo il bavaglio al giornalismo vero, che non tralascia e non salva nessuno, da Maometto a Papa Benedetto XVI.

Oggi ci sentiamo tristi perché si è deciso di ammutolire la stampa libera. Un avviso oggi risuona dalla stampa internazionale "Je suis Charlie Hebdo" noi giornalisti non ci piegheremo e scriveremo sempre sino alla morte la verità, che terroristi celati da fedeli musulmani vogliono far tacere. La barbarie di Charlie Hebdo non ci fermerà, anzi ci invoglierà a gridare sempre più forte ciò che la libertà ci ha concesso di dire. Dalle ricostruzioni del Procurator General de Paris, un commando di tre persone armate è entrato alle 11:30 nel palazzo di Charlie Hebdo, ha freddato l'usciere, è entrato nella redazione freddando le quattro penne Stephanne Charbonnier, (Charb), Georges Wolinski, Jean Cabut e Bernard Verlhac, un'ospite e la guardia del corpo di Charb della polizia francese e ferendo altri collaboratori.

All'uscita c'è stato un primo scontro a fuoco senza feriti, un secondo anche questo senza ulteriori vittime per poi incontrare la pattuglia del distretto 12 di Parigi dove nello scontro a fuoco è stato prima ferito e poi freddato, ormai gravemente ferito e disarmato, l'agente Ahmed 42 anni, lui di origine islamica che ha chiesto come ultimo atto la pietà che il terrorista non ha avuto la misericordia di concedere.

Negli sviluppi ulteriori i terroristi hanno percorso a forte velocità il centro di Parigi incontrando sacche di resistenza della polizia e nei pressi di Pantain nella zona nord-est di Parigi c'è stato un susseguente scontro a fuoco dove i terroristi sono riusciti, con un colpo di mano, a fuggire, a cambiare macchina e forse a prendere un altro ostaggio.

Questa è la breve cronistoria di una giornata di ordinaria follia che non ha ucciso la nostra voglia di raccontare ma ha incrementato la nostra lotta contro chiunque non voglia la libertà, nemici perenni del segregazionismo della ragione e alleati ferventi della libertà. Oggi je suis Charlie Hebdo, je suis libre.