Entro il 30 aprile la proprietà del Milan potrebbe passare di mano. Silvio Berlusconi, dopo una storia vincente, non sarebbe più in grado di mantenere competitivo il club di calcio 'più titolato al mondo'. Il suo braccio destro Adriano Galliani non perde occasione per ribadirlo, ma non è detto che le cose stiano davvero così. Quello del Milan è il secondo bilancio della Serie A: oltre 246 milioni di euro, secondo solo alla Juve (quasi 280). Il Milan è però distanziato di 16 punti in classifica dalla Lazio, che fattura un terzo (poco più di 84 milioni).

Ma c'è di più: lo precede in classifica anche il Genoa, che fattura il 18% del bilancio rossonero: meno di 45 milioni; di soli diritti Tv, il Milan fattura 119 milioni. Quello che i tifosi devono sperare è, chiunque sia il proprietario del club, che una seria analisi sulla stagione del Milan parta da questa ammissione: sono stati fatti errori catastrofici. Ad iniziare dalla scelta degli allenatori.

Non scordiamo che lo scorso anno il Milan esonerò in fretta e furia Massimiliano Allegri (che il suo valore lo sta dimostrando altrove) per dare la squadra in mano a Clarence Seedorf, che non aveva ancora allenato un giorno. La carriera di Seedorf è durata lo spazio di qualche mese. I risultati sarebbero stati in verità senza infamia e senza lode, ma la società non ha pensato di dovergli dare una seconda chance, puntando invece su Filippo Inzaghi.

A sua volta il nuovo tecnico non aveva certo un curriculum di primo piano, avendo allenato solo a livello giovanile. E dopo una stagione scarsa, già si pensa ad allontanare pure lui. Sono scelte che comportano un danno economico non indifferente per il club, pari almeno all'ingaggio di un giocatore di valore a stagione. E dimostrano soprattutto, e in maniera impietosa, la mancanza di una linea di programmazione.

La conclusione è che, spendendo meglio le non infime risorse investite, ragionevolmente il Milan starebbe lottando per un posto nella prossima Champions League. Mi resta solo da chiedermi come mai nessuno abbia il coraggio di dirlo.