Nel calcio come nella politica, come nell'economia, come in molteplici e diversi temi, quali immigrazione e deficit. L'Italia, per l'Europa, conta poco o nulla. Lungi dall'essere una provocazione (come potrebbe, di quale tipo?) o un'affermazione priva di contenuti e significati, perché ve ne sarebbero a bizzeffe. E' l'ultima testimonianza, l'ultimo dato concreto, l'ultimo episodio che fa capire come il Bel Paese per l'Unione Europea conti quanto il due di picche che abbiamo ricevuto da poco, quando è giunta la notizia che l'Uefa ha premiato l'Olanda "campione del fair play".

Eppure, il 19 febbraio a Roma furono proprio dei tifosi olandesi, più precisamente del Feyenoord, una delle squadre principali dei Paesi Bassi, a devastare la capitale italiana. Eppure, oltre al fatto che siano state danneggiate opere di un valore storico ed economico importantissimo, fu proprio la federazione olandese a fregarsene in piena regola, e con un pizzico di strafottenza, per quanto concerne i danni provocati dagli ultras di una delle sue società più rappresentative. Eppure, oltre a vedersi deteriorata la città, con annessa paura di cittadini e turisti presenti ad uno scempio quale quello della Barcaccia in Piazza di Spagna, il club giallorosso si è anche trovato davanti all'ennesimo caso di razzismo che, caso ha voluto, è stato messo "in campo" proprio dai supporters della formazione della federazione Oranje. Per saperne di più è sufficiente riguardare la partita Feyenoord-Roma, gara di ritorno di Europa League, o domandare direttamente a Gervinho, colui il quale si è visto recapitare, o meglio dire lanciare, una banana gonfiabile proveniente dalle tribune a tinte arancioni.

E, sempre per restare laddove quest'ultimo fatto sussiste, ci sarebbe anche da elencare un altro episodio non di certo favorevole al "gioco leale" dei sostenitori della squadra di Rotterdam, i quali, nel corso del secondo tempo, hanno causato la sospensione momentanea del match per aver lanciato sul terreno di gioco degli oggetti in seguito al gol di Ljajic. Immagini, foto, accaduti. Tutto documentato, tutto annotato. Eppure, l'Unione Europea delle Federazioni Calcistiche reca all'Italia, oltre al danno (manco fosse stato solo uno), la beffa. Frase scontata, ma emblematica e significativa. Espressione spesso ricorrente che, oggi più di altre volte, rende appieno l'idea di come il nostro Paese sia stato bellamente sbeffeggiato dalla Uefa.

Così nel calcio e così nella politica, specie quella estera, dove l'Europa non si degna minimamente di aiutarci nel fronteggiare l'emergenza immigrazione e che, al contrario, vede molte Nazioni facenti parte dell'UE chiudere le frontiere e rispedire al mittente, ovvero l'Italia, profughi e clandestini arrivati a bussare alle loro porte. Insomma, gli atteggiamenti europeisti trascendono in continuazione alla faccia nostra, davanti ai nostri occhi. Se c'è da chiedere, soldi in primis, l'Europa chiede. Ma se c'è da assistere, o almeno rispettare, l'Europa risponde con quanto avvenuto in data odierna e con un secco "No, ci dispiace". Bel comportamento, proprio da "fair play". Complimenti Uefa e complimenti Ue, complimenti.