Ormai lo sappiamo, il Calciomercato ha il potere di cambiare le basi tecnico-tattiche del calcio. Giornalisti, opinionisti, appassionati e tifosi cercano in tutti i modi di "ficcare" il proprio beniamino nella squadra titolare. Il mercato ci ha abituato a vedere nella formazione estiva tutti, e dico tutti, gli acquisti di una società. Non importa se in campo ci vadano 4 attaccanti, 3 esterni o due registi: l'importante è mettere tutti i nuovi arrivi della propria squadra del cuore. Il calcio non è questo.

Il sogno del mercato rossonero è quell'immenso giocatore svedese che, al secolo, prende il nome di Zlatan Ibrahimovic.

Un giocatore fenomenale, sia da un punto di vista tecnico, sia dal punto di vista tattico e -ultimo ma altrettanto importante- dal punto di vista carismatico. Ibra è un trascinatore, un uomo spogliatoio ma nel senso più cinico del termine: lui si prende la squadra sulle spalle. Si carica tutte le pressioni e le responsabilità, talvolta trascurando i rapporti personali.

Milan: Ibra, l'ennesimo ritorno

Il giocatore svedese, attualmente in forza al Paris Saint Germain, pretende sempre il massimo, sia da sé stesso che dai suoi compagni di squadra. Il ritorno di Zlatan non è paragonabile né a quello di Shevchenko, né a quello più recente di Ricardo Kakà, poiché Ibrahimovic non è nella sua fase calante, anzi, negli ultimi anni a Parigi ha dimostrato tutto il suo valore, segnando con frequenza anche in Champions League.

Il rientro dell'ucraino nel 2008 dal Chelsea e quello del brasiliano nel 2013 dal Real Madrid, erano entrambi operazioni per giocatori sul viale del tramonto.

Berlusconi, Galliani, Mihajlovic e i tifosi vorrebbero lo svedese a Milano. Tutti hanno già le idee chiare: numero 10 e fascia da capitano. Se Honda dovesse partire, non sarebbe un problema consegnare la casacca con il 10 ma, probabilmente, qualche giocatore - Montolivo e Abate su tutti - avrebbe qualcosa da ridire sulla fascia con la "C" sul braccio dello svedese.

Ma Zlatan è Zlatan e per il Milan l'importante è che arrivi, subito.

Milan: Zlatan Ibrahimovic trequartista, si o no?

L'allenatore serbo, Sinisa Mihajlovic, sta mettendo l'impronta sulla squadra, facendola giocare con l'ormai consueto 4-3-1-2. La formazione, ad oggi, ipotetica, vedrebbe Bonaventura agire come trequartista alle spalle dei due nuovi acquisti, Bacca e Luiz Adriano.

E Ibra dove lo mettiamo? I più innamorati del mercato (come detto all'inizio) farebbero subito fuori "Jack" per far spazio a Ibrahimovic, ma siamo certi che lo svedese possa fare il trequartista come lo vuole l'allenatore serbo?

Dal mio punto di vista la risposta è no, per due motivi: il primo riguarda un concetto tecnico-tattico. Mihajlovic ha, fino a questo momento, provato Bonaventura (e Suso) in quella posizione perché serviva un determinato tipo di lavoro. Non è solo una questione di tecnica individuale, dribbling o visione di gioco. Altrimenti avrebbe provato Jeremy Menez oppure Honda. In quella posizione Sinisa vuole un giocatore ordinato, costante, di corsa -oltre che di tecnica- dinamico e con una predisposizione ad aiutare i compagni di squadra, anche in fase difensiva.

Tutte qualità che Zlatan Ibrahimovic non possiede. Il secondo motivo è proprio Ibra. Avrebbe la voglia, la forza di volontà e l'atteggiamento giusto per fare quel ruolo? A 34 anni, per quanto possa essere in forma, allontanarlo dalla porta sarebbe un'arma a doppio taglio. E' vero è un uomo assist, oltre che un'abile marcatore ma fare il trequartista, soprattutto -ci tengo a precisarlo- come lo vuole Sinisa è tutta un'altra storia.Portare un giocatore da una posizione offensiva, ad una posizione meno offensiva è assai più complesso del contrario.

Una cosa è certa, Ibrahimovic è ancora un giocatore del Paris Saint Germain e questa mattina ha dichiarato: "Ho ancora un anno di contratto col PSG e sono felice di giocare in questo club". Quindi per il momento ogni possibile collocamento di Zlatan è da rimandare a data da destinarsi, anche se a Milano si spera che quel giorno arrivi il prima possibile.