In queste ore, sulle riforme costituzionali, le notizie si susseguono a ritmo frenetico. La rottura, avvenuta da parte di Doris Lo Moro con l'abbandono del tavolo a seguito delle dichiarazioni del Premier Renzi, si è consumata durante le trattative in corso in Commissione AffariCostituzionali. I senatori della minoranza sembrano decisi a mantenere la loro posizione, tra l'altro molto comprensibile: non si può tenere insieme un Senato della Repubblica dove i senatori non vengano eletti dal popolo. C'è anche chi sostiene che non si può 'invitare un tacchino alla festa di Natale'.

Le due componenti del PD

Maggioranza e minoranza Pd sbagliano quando escono dal recinto del dialogo (entrando in quello delle polemiche) per arrivare ad uno scontro dialettico molto forte e a volte ingiurioso. In Italia ci sarebbero tanti altri problemi seri da risolvere: il lavoro, le pensioni, le tasse e se ne potrebbero elencare tanti altri. All'interno del PD sarebbe il caso che si facesse un'opportuna riflessione, dato che il popolo guarda, pesa i vari comportamenti ed è molto più obiettivo di quanto non si creda. Si può fare anche confusione ed essere in disaccordo, ma fino ad un certo punto, poiché dopo si rischiano forti ripercussioni politiche.

Per quanto riguarda i compagni di viaggio del Nuovo Centro Destra, offrire i voti alla riforma del Senato in cambio della modifica alla legge elettorale non sembra una buona proposta.

Serve solo a perdere qualche voto e forse anche la credibilità. Il Partito NCD è stato altamente premiato nella sua partecipazione al Governo grazie a Matteo Renzi e dovrebbe comunque tenerselo stretto dato che rischia di scomparire alle prossime elezioni.

Al di là delle intenzioni di voto dei senatori, non ritengo opportuno andare al voto di un provvedimento così importante con una simile impostazione. Da un quadro politico così dilaniato da sensi di rivalsa, non può uscirne un verdetto sereno per dare la giusta impronta alla nostra Repubblica. Si è ancora in tempo per riflettere e rimediare.