Il Pd ha scelto la sua linea in vista del referendum del 17 aprile: l'astensione. Lo apprendiamo dall'AGCOM, l'autorità per le garanzie alle comunicazioni, organo che si occupa, tra l'altro, del rispetto della par condicio in periodo di elezioni. A caldo, le dichiarazioni della segreteria del PD danno il quadro preciso del rispetto per la democrazia che vige in questo momento nel partito di maggioranza. Per esempio, la Serracchiani: "Questo referendum è inutile". Prendiamo atto delle sue parole, ma vogliamo ascoltare anche altri pareri per avere un quadro più completo.

Referendum del 17 aprile: "inutile"?

Non è dello stesso parere Erri De Luca: sono sette le Regioni, capofila la Basilicata, che hanno dato il via alla raccolta firme che hanno portato la Corte Costituzionale ad accettare le motivazioni del quesito referendario. Per queste Regioni non è inutile auspicare che arrivi presto un giorno (allo scadere delle concessioni, non più rinnovabili se vince il Sì) in cui le trivelle non saranno più attive a poche miglia dalla riva. Ma le ragioni non mancano nemmeno per i movimenti ambientalisti.

Come spiegato dall'Onorevole Marco Affronte, al Parlamento Europeo per il M5S, nell'ultimo ventennio sulle piattaforme attive nei nostri mari abbiamo assistito a 1.300 incidenti di vario genere. Nessuno devastante, è vero, ma abbastanza da preoccupare gli ambientalisti. GreenPeace, che a fatica ha ottenuto una copia parziale delle verifiche dell'ISPRA (34 trivelle su 130, per ora), ha documentato che nel 79% dei casi le analisi delle acque prospicienti le trivelle hanno molti parametri ben oltre le soglie di attenzione.

Il referendum non è inutile per chi teme vadano persi posti di lavoro. E, no, non si tratta delle poche centinaia di persone che lavorano sulle piattaforme, ma delle migliaia che potrebbero trovare un impiego se il Governo a marca PD svoltasse verso le energie rinnovabili e l'efficienza energetica. Né il referendum loè per coloro che vorrebbero che il Governo smettesse di incentivare, in maniera diretta e in maniera indiretta, con 14,7 miliardi di euro l'anno i petrolieri.

Soldi che si potrebbero investire meglio creando un numero di posti di lavoro decisamente maggiore. No, il referendum non è inutile. E se le ragioni del Sì, ora, non saranno più semplicemente finalizzate a non rinnovare le autorizzazioni vicino alle coste, ma assumono una rilevanza politica ben più importante, è anche grazie al PD e al suo disprezzo per la democrazia. Quella vera.