“…Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina...”. Sono le parole pronunciate dal Papanell’udienza Giubilare in piazza S.Pietro per ammonire quanti nell’indifferenza non si accorgono se un uomo è vivo o morto. Per Bergoglio provare pietà significa avere un cuore aperto all’amore ed alla speranza che ci porta a piegarci sulla sofferenza dei meno fortunati, per lenire la fame di chi non dispone di un tozzo di pane e non sa come affrontare l’esistenza.

Essere umani non significa anche amare gli animali?

Detta così, Francesco il misericordioso sembra aver colto un aspetto della vita basilare che sprona a sentirci umani tra gli umani. Ciò che non capiamo e ci suona strano è come mai il Papa non abbia ammonito i governi, causa di tante ingiustizie e disparità sociali. Quanti sono i poveri del nostro paese, quanti non hanno più un lavoro e di chi è la colpa che i diritti siano un optional e la dignità calpestata sotto i piedi? San Francesco amava gli animali, amava la natura e di conseguenza ogni essere umano sfruttato ed abbandonato a sè stesso. Oggi siamo abbandonati alla nostra miseria, con un Governo che non si cura affatto dei nostri bisogni, che fa orecchio da mercante e non si commuove di fronte a tanta sofferenza.

Fare questa netta distinzione tra esseri umani ed animali, creature di Dio, significa annullare in un istante le battaglie condotte per porre fine alla sperimentazione su povere bestie torturate e fatte morire tra atroci sofferenze. Amare e difendere la vita degli animali significa porre un freno alle lobby farmaceutiche che per interesse sarebbero disposte a sperimentare i loro farmaci anche sugli umani.

Misericordia, dice il Papa, Misericordiac’è scritto nel Corano, pur tuttavia si parla di preservare la vita ma si uccide con spudoratezza in Paesi dove i conflitti non si placano o si applicano leggi nell’opulento Occidente, che non tutelano di certo i più bisognosi.

Chissà se il Papa si rende conto che costruire ponti sarebbe più coerente se invece di lucrare sui migranti si attuasse una politica che non favorisce il lavoro a nero e sfruttato.

Ci saremmo aspettati semmai che il Papa parlasse di cosa succede nelle campagne dove si vogliono i migranti ridotti come le bestie sulle quali si fanno esperimenti di ogni tipo. O che i suoi appelli andassero nella direzione di restituire il maltolto a chi ha sudato una vita ed è stato privato in un attimo dei propri risparmi per far cassa e far rientrare l’esposizione delle banche. Chissà se il Papa conosce cosa sta per accadere a tanti pensionati asfaltati del loro diritto alla pensione, in quanto sono a rischio quei fondi e non si capisce bene il perché. Amiamo la vita, amiamo incondizionatamente i nostri fratelli. Riduttivo è a questo punto non distinguere e fare una distinzione letteraria tra pietismo e pietà.

Queste parole andrebbero rivolte ogni giorno a chi amministra la cosa pubblica e ci espone a continue ingiustizie privandoci anche del gusto di dividere ciò che si ha con il proprio fratello. Inutile far scivolare il discorso sugli animali. Quante sono le sevizie perpetrate sulla pelle di chi non riesce a difendersi da parte di esseri abbietti che speculano, facendo esibire dietro scommesse cani che si devono uccidere tra loro o combattimenti di galli per soddisfare la crudeltà di quanti gioiscono a vedere simili spettacoli. E’ facile dire Misericordia facendo di tutta l’erba un fascio, costruire fabbriche della carità restringendo lo sguardo e non accorgendosi del cinismo di uomini che vivono sulla sofferenza di altri esseri umani e di povere bestie che chiedono di essere amate ma sono solo torturate.