Unpaesino della Locride, San Luca, non avrà nessun sindaco. Non sono state presentate liste per protesta contro lo Stato ed il comune rimarrà commissariato. Qui, dove il tempo sembra si sia fermato, aleggia ancora lo spirito di Alvaro che raccontava di questi luoghi, paesaggi sperduti con case situate le une vicino alle altre, posti dove ciò che succede non viene raccontato e ciò che si sa è taciuto. Dici San Luca e subito la mente corre alla strage di Duisburgche avvenne il 15 agosto del 2007. Una strage senza precedenti, che fece registrare un amaro bilancio di sei morti davanti ad un ristorante, vittime di una faida che coinvolse cosche rivali.L’ultimo sindaco ha governato fino al 2013, prima che il consiglio comunale venisse sciolto e arrestato.

Realtà complessa quella di San Luca, terra di emigrazione ancora oggi, dove tutti sono parenti e di conseguenza i vincoli di sangue laggiù si rispettano, così come si rispettano gli uomini d’onore che, nel bene e nel male, finiscono per determinare le sorti del loro territorio.

I Sanluchesi protestano contro lo Stato

Sono coscienti isanluchesi che la figura di un sindaco durerebbe massimo due anni per via della parentela e si finirebbe per parlare di voti taroccati, voti mafiosi. Nel 2015, alla fine del commissariamento, era stata presentata una lista civica ma il Sindaco, nella persona di Giuseppe Trimboli, non ha raggiunto il quorum, ed il paese è rimasto in mano al commissario prefettizio, che gestisce l’ordinaria amministrazione.

Non c’è politica, non c’è sindacato, non c’è coscienza di classe in un territorio privo di giovani, che continua a rimanere arroccato nel passato dove le donne sono le custodi della famiglia ed il tempo sembra non scalfire affatto la mentalità della gente che continua a vivere la vita di sempre. C’era una sede del PC una volta a San Luca, ma a sentire i paesani, i dirigenti venuti da fuori hanno fatto prima a chiuderla che a tenerla aperta.

Qui dove il tempo è fermo e lo Stato latita

A San Luca si dice che il non aver presentato nessuna lista è un atto di protesta contro uno Stato assente. Uno Stato troppo preso a parlare di Europa, migranti, integrazione. Fa sorridere sentire parlare di integrazione quando ancora questo lembo di sud è come se non fosse Italia, come se l’immobilismo fosse diventato parte di una sottocultura che genera ignoranza prima e sfiducia poi.

Parlano di ribellione i sanluchesi ed in questa parola è racchiusa la sconfitta di uno Stato dentro il quale l’esistenza o meno di questi territori non genera preoccupazione, non provoca necessità di discutere in Parlamento il da farsi e, alla fine, se le elezioni non ci saranno fa lo stesso, perché stare in Europa è più importante di recuperare luoghi che non andrebbero lasciati a se stessi.