L'oro nero, quello per cui si scava e si ricerca in ogni parte del mondo. Il combustibile per eccellenza senza il quale, a detta degli esperti, il mondo sarebbe solo una macchina immobile. Non è nuova la notizia che vede il gigante eni e la Saipem, una delle aziende leader nei servizi di perforazione nel settore oli&gas, accusate di corruzione internazionale.

I dati dei Panama Papers

Secondo i dati forniti dai Panama Papers, il colosso italianonel solo quinquennio 2007-2011 avrebbe sborsato un miliardo e mezzo di dollari a società offshore, controllate da faccendieri, tesorieri e familiari di politici dei due paesi africani: Nigeria ed Algeria.

Le indagini giudiziarie in corso a Milano parlano di dati quantificabili: sarebbero stati erogati più di 400 milioni di dollari, usciti dalle casse della Saipem, oggi posseduta dalla Cassa Depositi e Prestiti, per appalti in Algeria del valore di 11 miliardi di dollari, e più di un miliardo da quelle dell’Eni, in cambio della licenza per sfruttare i ricchi giacimenti petroliferi. Mazzette da capogiro.

L'Algeria è uno dei più importanti fornitori di gas e petrolio per l'Europa

L'Algeria è uno dei più grandi fornitori di gas per l'Europa e il primo produttore di gas del continente africano, nonché uno dei primi tre produttori di petrolio dell'Africa. Questi dati lasciano intendere che l'economia del paese dipenda in gran parte dallo sfruttamento del petrolio e del gas.

Ma l'Algeria si fa notare anche per altro: la sua corruzione.

Spostiamo lo sguardo allora dalla vicenda di cronaca per soffermarci su altro. I due protagonisti italiani hanno stretto accordi illeciti con la Sonatrach che tutti sanno essere uno stato nello stato e uno stato che ha dettato le sue leggi sporche. Come? Tenendo tutto per le élites e lasciando il popolo da parte, senza possibilità di crescita.

Tutto questo, da anni, sotto lo sguardo silente di un'Europa bisognosa della sua energia. L'Algeria ha espulso i suoi figli più coraggiosi, uno fra tutti, Hocine Malti il quale è stato uno dei padri fondatori della Sonatrach e Vice presidente della stessa dal 1973 al 1976. Ora lui vive a Parigi ed è rifugiato politico. È un fervente attivista che si batte per far venire a galla la scomoda verità legata alla corruzione che da sempre investe i legami petroliferi dell'Algeria con gli altri stati europei.

Autore del libro scandalo "Histoire secrèt du pétrol algérien" edito da La Découverte nel 2010 racconta tutti i retroscena senza peli sulla lingua e accusa il suo paese di avere la "maladie pétrolière". Racconta con il coraggio e la profondità amara che un anziano può trasmettere, il suo rammarico grande per il paese che gli ha dato i natali.

Nulla di nuovo, è sempre la stessa storia quando di mezzo ci sono interessi economici. Roba da far rigirare Mattei nella tomba.