Dopo le recenti vignette di Charlie Hebdo scoppia l'indignazione e la rabbia dei social network. Il Terremoto che ha colpito amatrice, ha scosso l'italia intera e le ferite sono ancora aperte e fanno male. La satira del giornale francese, non ha fatto altro che buttare benzina sul fuoco e creare odio nei confronti di una satira, che di satira ha ben poco. La protesta sui social è chiara e precisa: "i morti non si toccano".

Stavolta Charlie Hebdo l'ha combinata grossa

Sono centinaia i morti della strage di Amatrice, il cordoglio della cittadinanza e la vicinanza di una nazione Intera, ha dimostrato la solidarietà del popolo Italiano e delle istituzioni nazionali e non.

Nessuno ha mai azzardato così tanto, la satira è destinata ad un pubblico che vuole ironizzare, un pubblico che decide di sdrammatizzare, spesso anche sui numerosi problemi quotidiani, ma che stavolta ha deciso di non accettare questo tipo di satira che a dire di molti, è stata assolutamente ignobile e di cattivo gusto. Come tutti sanno, Charlie Hebdo non è nuova nella satira definita cattiva, e solo un anno fa subiva un attentato terroristico da parte di militanti dell'Isis a seguito di alcune vignette satiriche su Maometto. I morti francesi, quelli stessi di Charlie Hebdo, li piansero tutti, il mondo intero si strinse al dolore ed all'assurdo assassinio causato da banali vignette.

Amatrice non merita vignette e non merita ironia

Poco tempo fa in tanti era tutti solidali per la tremenda morte dei dipendenti di Charlie Hebdo, i social si riempirono di tale scritta: "Je suis Charlie". Questo in segno di solidarietà nei confronti delle vittime dell'attacco terroristico. Dopo aver preso come satira, anche le vignette religiose di tutti il mondo, ora il popolo del web non accetta questo tipo di satira.

Non c'è nulla da ridere sui morti, su centinaia di morti. Ora tutti vogliono la testa di Charlie, tutti pretendono la chiusura del giornale satirico, e sopratutto dopo che la Francia ha ben pensato di prendere le distanze dalle vignette, il motto social è: "Io non sono Charlie".