Il Premio Nobel 2016 per la Letteratura è stato assegnato a Bob Dylan, cantautore statunitense, con la motivazione di "aver creato nuove espressioni poetiche all'interno della grande tradizione della canzone americana".

Bob Dylan è irreperibile

Purtroppo l'Accademia di Stoccolma non riesce a contattare l'artista per la comunicazione ufficiale. Il cancelliere della stessa, Odd Zschiedrich, ha dichiarato di aver raggiunto l'agente e l'organizzatore del tour di Dylan, ma di non essere riuscito a parlare direttamente con lui. La notizia è giunta mentre il cantautore si esibiva a Las Vegas senza accennare mai al Premio appena vinto.

Zschiedrich ha subito minimizzato: "Non è la prima volta, anche recentemente, che non si riesce a parlare direttamente con il premiato".

Commentatori del mondo divisi: quella di Dylan è Letteratura?

Se per Protagora 'l'uomo è la misura di ogni cosa', ci sono cose che sono universalmente vere.

Francesco de Sanctis, critico e storico della letteratura italiana, sosteneva che la letteratura di una nazione "è sintesi organica dell'anima e del pensiero di un popolo", peccato che il Mondo non sia l'America e che il Premio Nobel non sia stato pensato solo per gli Stati Uniti. Tralasciando la disanima dei contenuti dei testi di Dylan, cosa che potrebbe dare adito a odiose considerazioni ideologiche, ha oggettivamente senso definirlo un letterato?

Chi fa il cantautore non usa solo carta e penna per dare forma ai pensieri, ma anche voce e musica. Non avrebbe molto senso ascoltare la musica di Dylan senza le parole, così come non ne avrebbe leggere le parole dei suoi testi senza ascoltare la sua voce, o ascoltare la sua voce scevra della sua musica. Quando succede si ha quasi un senso di fastidio, come se si fruisse di qualcosa di incompleto e accade perché l'Arte di Dylan necessita delle tre componenti, lo esige la tecnica della canzone d'autore.

La sua arte, per essere espressa, ha bisogno di un apparato complesso, che va dagli strumenti musicali alle sale di incisione, dai musicisti agli impianti stereo, e per essere fruita servono attrezzature elettroniche. La Letteratura, al contrario, è un'arte umile , fatta di pensieri, e il suo pubblico non ha bisogno di nessuna conoscenza tecnologica per goderne.

Essa arriva in modo semplice a tutti quelli che l'accolgono. Può essere letta ovunque, senza disturbare nessuno, in mezzo alla gente o in solitudine.

Insomma, Dylan non fa lo scrittore o il poeta, ha scelto un altro lavoro che è quello del cantautore. E non fa nemmeno musica, ma musica di genere, musica rock. Non vorranno paragonare Bob Dylan, per esempio, a Dante Alighieri, a Giacomo Leopardi o a Joannes Brahms?

A cosa è dovuta questa invasione di campo? Non a Dylan, forse alla forza motrice propria della musica, ma questo non basta per fare di un cantautore un letterato e lo spiega bene, in una canzone, uno dei suoi più grandi epigoni: "Sono solo canzonette.....per dire tutto quello che mi va" (E.

Bennato).

Condanne autorevoli sui social: da Irvine Welsh a Haruki Murakami

Irvine Welsh, scrittore e drammaturgo scozzese di chiara fama, ha scritto su twitter: "Sono un fan di Dylan, ma questo è un premio pieno di nostalgia mal concepita, strappato dalla prostata rancida di senili hippy farfuglianti".

Meno diretto, ma non meno efficace, il commento, rivolto a se stesso, di Haruki Murakami, scrittore giapponese di primo piano, candidato al Nobel per la Letteratura e tra i favoriti alla vigilia. Citando dal suo romanzo, Norwegian Wood, ha postato il 13 Ottobre su Facebook, ore 16:52: "Non dispiacerti per te stesso. Solo gli stronzi lo fanno".

Cosa penserà Dylan della sua premiazione?

Nei prossimi giorni conosceremo il suo parere: se ringrazierà e ritirerà il premio sapremo che ha condiviso la scelta ritenendosi un letterato 'patentato', ma se continuerà a tacere, allora saranno bizze da Star e quindi, implicitamente, ci comunicherà che l'Accademia ha sbagliato perché lui è solo un cantautore.