Vedere Gigi Proietti a teatro è come ammirare un Kandinskij, ha tanti colori, ombre che il naso sembra allungare a dismisura, poi luci accese da un sorriso non semplicemente contagioso, ma travolgente.

"Cavalli di battaglia", questo il titolo del suo Spettacolo che ha infiammato l'Auditorium Parco della Musica di Roma nelle serate dell'1 e 2 ottobre e chereplicherà anche l'8 e il23 del mese corrente.

Proiettiappare sul palco, il suo terreno di caccia naturale, con una criniera da vecchio Re Leone del varietà, sagace, ironico, smagato. Il Proietti che ricordiamo.

Lo spettacolo ha un titolo inequivocabile perché in treore l'artista ripercorre tutti i suoi grandi successi: i personaggi, le macchiette, le canzoni.

Sul palco, dietro Gigi,un'orchestra di prim'ordine, c'è persino l'arpa, ma acosa servirà l'arpa in uno spettacolo di Proietti?Be',tutto contribuisce a un'unica grande melodia comica.

Bravissimi anche gli attori che lo accompagnano in alcune scene, allievi della sua storica scuola (verrebbe da definirla accademia) di teatroche ha prodotto talenti come Brignano e Insinna. Generazione di fenomeni che ha appreso l'arte da un fenomeno, mettendo da parte tantissimi dei suoi consigli: nel Brignano dei dialetti e degli equivoci rivedi Proietti, nell'Insinna del registro tragicomico rivedi Proietti.

Il maestro domina la scena

Si illumina la scena e il grande Gigi scalda il pubblico con canzoni e storielle vivaci, per poi stenderlo con personaggi come il poeta Narciso Vanesio o il professore pugliese alle prese con la "Pioggia nel pineto".

Poi ancora un'improbabile versione del "Giulio Cesare" di Shakespeare ambientata in una sauna e un Gastone figlio del personaggio di Petrolini, ma riveduto e "scorretto" in base ai tempi comici dettati dall'ultimo decennio.

Sempre nuovo, anche a quasi 76 anni, come solo i grandissimi sanno essere, ricorda moltissimo l'impressionante memoria di Gassman, lo stile di Walter Chiari e l'impertinenza di Tognazzi, ma in definitiva è Proietti.

Quarant'anni dopo "A me gli occhi, please", Gigi riesce ancora a stupire;lo sforzo maggiore del cronista è quello di ricordare quale sia stato il momento più divertente di una serata che strema dalle risate,lo spettatore alla fine è stanco quasi come l'artista, perché entrambi hanno dato tutto.

Proietti entra tra le pieghe dell'umore e ti porta per mano, persinonella malinconia di uno stornello romano che si pensava allegro e invece è triste.

Brave anche le figlie di Gigi, Carlotta e Susanna, coinvolte dal padre in due brevi, ma toccanti momenti dello show.

Un grande show, ma non di quelli alla Fiorello in cui l'artista si compiace; lo show di un tempo, in cui Gianni Agus duettava con Villaggio o in cui Bramieri raccontava una barzelletta imperdibile.

Manca quel tipo di spettacolo perché manca quell'Italia, ma in un paese ammalato di nostalgia come il nostro, Proietti non manca di dedicare spazi alla satira sul presente, con graffianti battute indirizzante anche al desolante scenariopolitico capitolino.

Sempre con quel garbo travestito da spudoratezza proprio di chi con una risata fa riflettere più che con mille slogan.

Andate a vedere lo spettacolo, ne uscirete felici e di questi tempi non è facile.