Una sosta per riflettere. All'indomani del deludente pareggio interno con la Lazio, tifosi ed addetti ai lavori si interrogano sul momento-no che stanno attraversando gli azzurri. Sfortuna, errori arbitrali e scelte di mercato assai discutibili, stanno inficiando maledettamenteil cammino dei partenopei. Basta guardare le cifre per rendersi conto dell’involuzione dal punto di vista dei risultati, per coglieredei segnali che suonano come inquietanti. Ad un avvio di stagione promettente (14 punti su 18 nelle prime sei giornate in campionato e punteggio pieno nel girone di Champions League), sta facendo da contraltare un autunno sinora avaro di soddisfazioni (7 punti nelle ultime 6 partite in campionato, ed un solo punto raccolto nell’incrocio con i turchi del Besiktas in CL).L’ultimo turno di campionato relega il Napoli al sesto posto, scavalcato addirittura dalla sorprendente Atalanta di Gasperini.

Insomma, c'è ben poco di cui sorridere.

Ma non èla sola assenza del bomber Milik l'unica causa di questo rendimento così deficitario. Perché se è vero che in attacco i partenopei stanno facendo un’enorme fatica nel concretizzare la gran mole di gioco ed occasioni costruite nell’arco di ogni gara, è altrettanto lapalissianoche sono state sinora decisamente troppe le sbavature e gli errori delpacchetto arretrato. Andando a ritroso nel tempo, gli svarioni di Koulibaly (Roma), Goulham (Atalanta e Juventus) ed ultimo in ordine di tempo di Reina dicono molto chiaramenteche la difesasta patendo oltremisura la prolungata assenza dello spagnolo Raul Albiol, che ha tolto certezzead un meccanismo che sembrava ormai essere collaudato.

Se a ciò poi aggiungiamo il pessimo stato di forma di elementi chiave come Jorginho ed Insigne, allora il quadro della situazione è del tutto chiaro.

In queste due settimane Sarri avrà il tempo ed il modo per rivedere qualcosa in un assetto tattico che ormai si sa come disinnescare. Provando magari qualche variante offensiva che preveda ad esempio finalmente l’inserimento di Marko Rog.

Il mancato utilizzo del giovane talento croato, rischia di diventare il tormentone delle prossime settimane. In tanti sono pronti a scommettere sulle qualità di un giocatore che – insieme a Pjaca – è riuscito a trascinare la Dinamo Zagabria alla fase a gironi dellaChampions League. E che ha i numeri per far tornare ad impazzire un San Paolo che contro la Lazio si presentava desolatamente vuoto.

Non si respira infatti un bel clima in casa Napoli, a giudicare dall’aperta contrapposizione esistente fra una parte considerevole della tifoseria e la dirigenza. Il presidente De Laurentiis è stato apertamente contestato anche da quei pochi tifosi che sabato sera affollavano gli spalti. Segnale di un malessere evidente,che affonda le proprie radici nella cessione di Higuain alla Juventus, cui però non ha fatto seguito un adeguato rafforzamento soprattutto in attacco dove ci si è affidati al pur bravo ma sfortunato Milik che ha dovuto alzare bandiera bianca dopo l’infortunio al crociato. Un disappunto che è cresciuto in maniera esponenziale, nell’esatto momento in cui dei tanti nomi che sono circolati (Icardi e Cavani) che pure hanno stuzzicato la fantasia dei supporters azzurri e che avrebbero fatto assai comodo a Sarri, non ne è arrivato neppure uno.

Irrisolti i problemi in attacco, dove Mertens e Gabbiadini - nonostante la grande abnegazione - hanno dimostrato di non poter colmare il grande vuoto lasciato dal bomber polacco.

A rendere tutto ancora più complesso, ci ha anche pensato la strategia del silenzio adottata dalla società da cui poco o nulla trapela sulle condizioni di Albiol ed anche di non stare vicino alla squadra, in un momento così delicato della stagione.